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Giovedì, 28 Marzo 2024
Hacker

Non solo traditori: nomi e storie dietro i profili rubati su "Ashley Madison"

Tre persone si sono suicidate dopo lo scandalo dei dati trafugati e diffusi in rete dagli hacker, che però hanno esposto al pubblico ludibrio anche i nomi di persone rimaste coinvolte pur senza aver effettivamente mai tradito, tra identità virtuali rubate e semplici curiosità

Esposti al pubblico ludibrio, etichettati come "cornificatori" seriali, reprobi della società che sfruttano le possibilità di internet per tradire impunemente il partner, magari ostentando una facciata da difensori della morale e della virtù. Così sono considerati gli utenti di "Ashley Madison", il sito di scappatelle finito nell'occhio del ciclone dopo il furto da parte degli hacker del gruppo Impact Team dei dati personali degli oltre 30 milioni iscritti. Nomi, indirizzi, email, carte di credito, preferenze sessuali: tutto online, alla mercé di chiunque. Proprio quello che voleva Impact Team: punire "la miseria morale" di Ashley Madison, che lucrava sulle infedeltà, garantendo massima riservatezza, senza verificare gli indirizzi email forniti per la registrazione. Diversi gli utenti "eccellenti", alcuni insospettabili, tantissime le persone comuni, molti i profili falsi attivati con email rubate a ignare persone. Alcuni si sono iscritti perché cercavano davvero occasioni per tradire, altri invece volevano solo "provare". Le vicende personali e le motivazioni non hanno importanza, però, e tutto è finito nel calderone, con conseguenze terribili. 

TRE SUICIDI - A fianco di carriere e relazioni rovinate per sempre, infatti, c'è anche chi ha pagato un prezzo più alto: già tre persone si sono suicidate nei giorni scorsi dopo aver trovato il proprio nome negli elenchi. Il capitano Michael Gorhum, della polizia di San Antonio, in Texas, è stata la prima vittima dello scandalo. Altri due suicidi sono stati confermati dalla polizia canadese, che sostiene possano essere legati alla diffusione dei dati personali rubati su Ashley Madison. 

IPOCRISIA E PENTIMENTI - Molti utenti però hanno scelto di farsi avanti spontaneamente. Come Jeff Ashton, procuratore dello Stato della Florida, che ha convocato una conferenza stampa per scusarsi pubblicamente e ammettere però di non aver mai tradito. Ashton aveva annunciato persino le dimissioni, poi ritirate. "Non ho fatto niente di illegale", ha precisato. La star cattolica dei reality Josh Duggar, padre di cinque figli, è stato costretto ad ammettere di aver avuto più di una relazione extraconiugale tramite il sito. Lo show che lo vedeva protagonista è stato sospeso e la sua carriera è a rischio. Tra i nomi è spuntato anche quello della giornalsita del Washington Post Jennifer Jeanne Patterson, che si era iscritta per trovare materiali per un articolo, ma poi è uscita allo scoperto per salvaguardare reputazione e relazione. 

LE STORIE DIETRO I PROFILI - Le conseguenze del tradimento reso pubblico investono anche la famiglie degli utenti, sia di chi ha effettivamente tradito sia di chi invece è finito suo malgrado negli elenchi a causa di un furto di email e ora si ritrova additato pubblicamente. Ma sono tante le storie dietro i dati trafugati da Impact Team e Ashley Madison non veniva usato soltanto dai traditori. Tra gli utenti c'era anche un omosessuale dell'Arabia Saudita, che ha confessato su Reddit di aver usato Ashley Madison per fare "incontri discreti" durante un viaggio-studio negli Stati Uniti, quando nel suo paese l'omosessualità è punita con la morte. Negli elenchi si sono ritrovati anche un vedovo in cerca di compagnia dopo la morte della moglie (e che ora ha sta partecipando alla class action da 578 milioni di dollari contro la Avid Dating Life, la società che possiede il sito), come pure un altro utente che si era iscritto per trovare l'anima gemella ma poi aveva pagato i 19 euro necessari alla rimozione una volta capito che Ashley Madison non era il sito per lui e che invece ha scoperto che i suoi dati figuravano ancora negli elenchi del sito.  

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