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Sabato, 20 Aprile 2024
Ubuntu

La Cina si fa open-source e sceglie Ubuntu come sistema di stato

Accordo tra Canonical e il governo di Pechino per l'uso di un sistema operativo open source Ubuntu

La 'terra di mezzo' sorprende tutti e sceglie l'open-source, la Cina ha chiuso un accordo con Canonical per finanziare un nuovo sistema operativo di stato basato su Ubuntu. Se non è una sfida al mondo poco ci manca, resta comunque una presa di posizione nei confronti dei sistemi operativi come Windows da parte dei cinesi, un guanto di sfida al monopolio americano.

L'accordo segna una svolta nel posizionamento del governo cinese sullo scacchiere tecnologico e anche se già nel 2007 la Cina aveva scelto di sviluppare un software open source, il controllo del linguaggio di programmazione con cui è costruito il nuovo software, applicare modifiche, adattarlo alle necessità, diventa un peculiarità che non basa la scelta su un sistema trasparente e più sicuro verso l'esterno, ma anche e sopratutto pone i cardini sulla capacità di stringere ancora di più i controlli sui cittadini, grazie ad un codice creato ad-hoc dagli operatori del governo.

Per lo sviluppo del software, l'accordo tra Caninical e Cina ha dato vita all'Innovation Joint Lab, un società in cui lavoreranno insieme  Canonical, la National University of Defense Technology di Pechino (NUDT) e il China Software and Integrated Chip Promotions Centre (CSIP). Con grandi investimenti da parte di Pechino si cercherà di sviluppare alcune applicazioni fondamentali  come l'integrazione con il sistema di pagamenti online delle banche cinesi e con i sistemi di ricerca di orari e prenotazioni sui trasporti, da treni ad aerei. Ovviamente lo sviluppo non potrà prescindere da quelli che sono software fondamentali nell'era informatica come la suite WPS, l'Office cinese.

Il sistema operativo più diffuso resta Windows, per circa il 90% della popolazione dagli occchi a mandorla che usa un computer. Ma Mcrosoft è proccupata e per il governo la scelta è diversa, fa parte di una volontà di evoluzione tecnica propria, l'inizio di un piano economico quinquennale che mette al centro lo sviluppo tecnico-informatico, che necessariamente passa per l'esperienza acquisita dai Cinesi nella produzione massiccia di devices e computer per l'intero occidente.

Usa e Europa sono avvisati, Pechino è diventata grande e non ha intenzione di ascoltare consigli o indicazioni, ha solo voglia di camminare e correre con le proprie gambe e magari, fare concorrenza spietata al resto del mondo e vincere.

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