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Giovedì, 28 Marzo 2024
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L'amara verità di Facebook: "Potrebbe uccidere, ma tutto ciò che facciamo per crescere è giustificato"

Buzzfeed pubblica un memo interno dell'allora capo della strategia pubblicitaria che giustifica ogni strategia possibile pur di crescere: "Tutto ciò che ci permettere di connettere le persone è ' de facto' una cosa buona"

Mark Zuckerberg sta facendo di tutto per ripulire l'immagine di Facebook dopo lo scandalo Cambridge Analytica, ma una nota interna pubblicata dal sito Buzzfeed getta una nuova ombra sull'operato del colosso di Menlo Park. 

Buzzfeed infatti ha pubblicato un memo interno di un dirigente il quale sostiene che “l’amara verità” è che il gruppo trova giustificazioni per qualunque cosa faccia per crescere. Il documento del 2016 afferma che ciò vale anche quando la vita delle persone è messa in pericolo dall’esposizione a bullismo e terrorismo. Sia l’autore, Andrew Bosworth, sia il capo azienda, Mark Zuckerberg, hanno negato di condividere questa tesi.

memo facebook buzzfeed-2

Bosworth, tra gli inventori del News Feed di Facebook, è dirigente del social network dal 2006 con vari compiti e oggi guida la divisione realtà virtuale. Nel 2016 scriveva: “Quindi mettiamo in contatto sempre più persone. Può essere un male se la rendono una cosa negativa. Forse può costare una vita se si espone qualcuno a dei bulli. Forse qualcuno può morire in un attacco terroristico coordinato con i nostri strumento. Comunque, noi mettiamo in contatto persone. L’amara verità è che crediamo così profondamente nel mettere in contatto le persone che qualunque cosa ci consenta di mettere in contatto più persone è di fatto considerata un bene… Ecco perchè tutto il lavoro che facciamo per crescere è giustificato. Tutte le pratiche discutibili per importare i contatti. Tutte le sottigliezze linguistiche per far sì che le persone siano cercate e contattate dagli amici. Tutto il lavoro che facciamo per includere più comunicazioni. Tutto il lavoro che probabilmente dovremo fare in Cina. Tutto”. 

Bosworth ha poi twittato di “non essere stato d’accordo” con il memo nel momento in cui l’ha postato, ma di aver deciso di condividerlo con i dipendenti del gruppo come “provocazione”. “Discutere di temi difficili come questi è una parte fondamentale del nostro modo di procedere e per farlo in modo efficace dobbiamo prendere in esame anche cattive idee” ha aggiunto.

boz facebook-2

Anche Mark Zuckerberg ha emesso in comunicato. “Boz è un leader talentuoso che dice molte cose provcatorie”, ha scritto. “Questa è una delle cose sulla quale la maggior parte dei dipendenti Facebook, me compreso, decisamente non è d’accordo. Non abbiamo mai creduto che il fine giustifichi i mezzi”. Un pezzo sul sito The Verge rivela che decine di dipendenti di Facebook hanno discusso sulla chat interna la pubblicazione del memo e le loro preoccupazioni per le fughe di notizie ai dann della società. 

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