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Giovedì, 25 Aprile 2024
L'alert della polizia postale

"Sei indagato per questi reati": attenti al messaggio-truffa, non è della polizia

Segnalata una nuova e massiccia campagna di phishing: un messaggio inviato via email o tramite social informa il destinatario che sta per essere avviato "un procedimento legale" per reati commessi on line. Ma naturalmente non c'è niente di vero

Difendersi dalle truffe on line è ormai diventato un percorso ad ostacoli. L'ultima trovata dei cybercriminali però è particolarmente inquietante. Si tratta di un messaggio inviato via email o tramite social a molti utenti che informa il destinatario di un'attività di indagine avviata nei suoi confronti. La grafica è piuttosto fedele e potrebbe trarre in inganno. Nell'immagine si vede infatti il logo della Repubblica Italiana, del ministero dell'Interno, di Europol o della polizia. 

Nell'intestazione (il cui lessico vorrebbe scimmiottare quello delle forze dell'ordine) si legge: "Stiamo avviando un procedimento legale contro di voi dopo un sequestro di computer tramite infiltrazione informatica (iniziato in particolare dal 2009, per: pedopornografia, pedofilia, cyber pornografia, esibizionismo, traffico sessuale, razzismo". Niente meno. "In seguito alle nostre indagini" scrivono ancora i truffatori, "confermiamo che lei ha commesso questi reati tramite internet (siti di annunci, siti pornografici, siti di incontri, social network ecc) e in conversazione con minori. Molti degli elementi registrati attraverso l'infiltrazione informatica sono prova dei vostri reati".

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Inutile dire (del resto lo abbiamo già fatto) che si tratta di un raggiro bello e buono. L'utente viene quindi invitato a scrivere le proprie "giustificazioni" (sic!) "in modo che possano essere valutate e riviste per valutare le sanzioni". È chiaro a questo punto dove i truffatori vogliono andare a parare: si spara nel mucchio sperando che qualcuno ci caschi e si convinca a pagare per un reato che non ha mai commesso (e che in ogni caso sarebbe di materia penale).  

A segnalare la truffa è la polizia postale che sui suoi canali social raccomanda di diffidare da simili messaggi. Nessuna forza di polizia contatterebbe mai direttamente i cittadini, attraverso email o messaggi, per richiedere loro pagamenti in denaro o comunicazioni di dati personali, dietro minaccia di procedimenti o sanzioni penali. Insomma, in questi casi la soluzione è semplice e a portata di mano: cestinare tutto. 
 

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