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Venerdì, 31 Marzo 2023
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Ansia da social: la metà dei ragazzi ritocca le foto prima di postarle su Instagram

Il dato emerge da un'indagine dell'Università San Raffaele sulle abitudini digitali dei giovanissimi

Il dato potrebbe essere visto come 'allarmante'. Quasi la metà dei ragazzi, il 49,2%, dichiara infatti di editare le foto che vuole pubblicare sui social. A fare luce su una visione distorta della realtà è un'indagine preliminare del progetto SatisFace dell'Università San Raffaele e del Centro universitario di statistica per le scienze biomediche (Cussb). Si tratta di uno studio pilota che mette in evidenza le abitudini dei più giovani sui social network, al quale hanno partecipato 120 ragazzi tra i 12 e i 16 anni di età.

Ciò che emerge dall'analisi è che i social più utilizzati dai giovanissimi sono WhatsApp (92,5%), TikTok (88,3%) e a seguire Instagram (76,7%). Un dato che fa riflettere è il tempo di permanenza sulle piattaforme online: oltre la metà del campione (65,9%) ha dichiarato infatti di trascorrervi fino a 4 ore al giorno, la restante parte almeno 2 ore.

Se i social media tolgono il sonno ai bimbi

Secondo gli esperti, più tempo i giovani trascorrono sui social network e maggiore è l'ansia da aspetto fisico. Non deve quindi stupire che i ragazzi siano avvezzi a programmi di editing fotografico per rendere più belle ed appariscenti le proprie foto, così da ottenere un riscontro più positivo da parte dei propri follower: solo il 25,4% del campione è soddisfatto della resa già al primo scatto, mentre il 37% dei giovani ha dichiarato di scattare tra i 2 e i 5 selfie prima di individuarne uno di 'soddisfacente'. Quasi la metà dei ragazzi, da quanto emerge, ritocca le proprie foto prima di postarle sul proprio profilo Instagram.

I giovani alterano le proprie caratteristiche fisiche

Dall'indagine, pare che la manipolazione riguardi principalmente l’alterazione di caratteristiche fisiche e l’uso di filtri interattivi divertenti. Gli studenti, poi, esprimono preoccupazioni per un utilizzo non appropriato delle foto condivise nei social, che possono essere “manomesse/ritoccate” o utilizzate con finalità diverse da quelle di partenza, e allo stesso tempo sono consapevoli dei rischi che comporta la condivisione pubblica sul web.

"Abbiamo rilevato un notevole interesse degli studenti e dei docenti su un tema così complesso come quello dell’uso delle tecnologie digitali e il rapporto con la propria immagine. - spiega la coordinatrice del progetto, Chiara Brombin - Il progetto ha una finalità scientifica con immediate ricadute pratiche: promuovere il benessere digitale negli adolescenti e sensibilizzarli rispetto ai potenziali rischi della manipolazione e mistificazione del sé digitale".

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