L'annuncio ufficiale era arrivato lo scorso mese di novembre, ora si parte. Apple ha avviato, per ora solo negli Stati Uniti, il programma di auto-riparazione degli iPhone 'Self Service Repair'. La novità è che, contestualmente, aprono anche negozi 'ad hoc', appositamente dedicati per fornire ai clienti manuali e parti di ricambio, che possono essere ordinati in loco invece che online.

Riparazione iPhone per utenti 'esperti'

Negli store è possibile acquistare circa 200 componenti di ricambio per iPhone 12, iPhone 13 e SE 3, che "i clienti con esperienza potranno utilizzare per riparare gli smartphone", fa sapere il colosso di Cupertino. Non sarà per tutti, ma si tratta di un passo avanti importante per permettere a chi ne abbia le competenze, di sistemare in proprio i dispositivi, senza attendere le tempistiche dell'assistenza. La riparazione self-service fa parte degli sforzi di Apple di espandere ulteriormente l’accesso alle riparazioni e contribuire ad allungare il ciclo di vita dei suoi prodotti, perseguendo obiettivi di riduzione dello spreco hi-tech.

I prezzi delle componenti sono vari, e vanno da 19 centesimi per piccolissime viti e arrivano fino a 309 dollari per uno schermo dell'iPhone 13 Pro Max, il top di gamma. Come aveva anticipato la stessa Apple, nel prossimo futuro il programma sarà ampliato anche ad altri prodotti, a partire dai Mac con processore M1.

Se i prezzi per l'hardware da sostituire non sono molto più bassi di quanto richiesto da un Apple Store per aggiustare un iPhone fuori garanzia, il beneficio arriva rispedendo alla compagnia i pezzi rotti. In questo modo si ottiene un credito, che va dai 24,15 dollari per la batteria ai 33,60 dollari per il display, da applicare al prezzo finale. Chi non dispone degli strumenti necessari per lo smontaggio e la riparazione potrà anche noleggiare un kit ufficiale, al prezzo di 49 dollari, da restituire nel giro di una settimana.

Non ci sono ancora notizie in merito alla possibile estensione del servizio anche in Europa, e quindi in Italia, ma è verosimile pensare che se la fase di test negli Usa avrà successo, il servizio sarà poi esportato, via via, in tutto il mondo.