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Giovedì, 28 Marzo 2024
Metaverso

L'università è nel metaverso: in classe con i visori per la realtà virtuale

L'ateneo di Napoli sta testando in ambito scientifico e umanistico la piattaforma di Microsoft e Hevolus, che ricrea stanze virtuali e permette di accedere a nuove tipologie di apprendimento

L'università Federico II di Napoli è la prima in Italia a sperimentare un nuovo tipo di didattica, partecipata e laboratoriale, ma in realtà mista. L'ateneo ha iniziato a testare Hybrid Learning Spaces, una soluzione integrata, frutto della sinergia di Microsoft Italia e Hevolus Innovation, che punta tutto su un insegnamento sempre più digitale, che permetta di accedere a contenuti innovativi e esperienze di apprendimento senza precedenti.

Aule virtuali per la didattica ibrida

Si tratta della cosiddetta didattica ibrida, un approccio all’apprendimento dove il mondo fisico e quello digitale si integrano e coesistono in modo efficace, dando vita a qualcosa di nuovo e dalle maggiori potenzialità. La piattaforma, in fase di test, permette di accedere a vere e proprie aule virtuali immersive, che consentono di introdurre un nuovo modello educativo fruibile sia da remoto sia in presenza, attraverso lezioni e supporto ai laboratori olografici. Si tratta di un modello di insegnamento che l'ateneo partenope ha deciso di sfruttare sia in campo scientifico sia in campo umanistico.

Hybrid Learning Spaces si allinea a quanto annunciato dal Ceo di Microsoft, Satya Nadella, ovvero mettere a disposizione di realtà pubbliche e private soluzioni basate sul cloud per realizzare il metaverso, con l’obiettivo di abilitare esperienze condivise tra il mondo fisico e digitale. "Vogliamo offrire ai nostri studenti tecnologie innovative per la didattica: - ha spiegato Giovanni Barone, responsabile Divisione sistemi dell'università di Napoli - dopo aver gestito il periodo dell’emergenza con la didattica a distanza, l'ateneo è adesso pronto a ripensare una nuova didattica ibrida".

"Il digitale - spiegano dalla divisione 'Education' di Microsoft - ha un ruolo chiave di abilitatore di nuove esperienze ibride di didattica e le nuove tecnologie possono contribuire a premere l’acceleratore su questa trasformazione già in corso; la nuova soluzione messa a punto in collaborazione con Hevolus ne è una dimostrazione concreta".

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