Francesca Fagnani racconta le sue 'Belve': "Donne determinate. Basta con la lagna"
Dopo tre edizioni su Nove, il programma ha debuttato venerdì scorso su Rai 2. Dieci puntate, in seconda serata, in cui personaggi del mondo dello spettacolo e della politica si raccontano senza filtri. La conduttrice a Today: “Alcuni mi chiedono di venire perché hanno capito che è una vetrina, con i politici invece è più complicato”
'Belve' trasloca su Rai 2, ma i vestiti in valigia che hanno fatto del format di Francesca Fagnani – in onda per tre edizioni su Canale Nove – un programma di successo sono sempre gli stessi. Interviste graffianti a donne grintose che non hanno paura di mettersi a nudo, così come non hanno paura di mettersi costantemente in gioco per conquistare piccole e grandi battaglie, centimetro dopo centimetro. "Io non sono per la lagna, sono per il carattere" ha spiegato a Today la conduttrice, che ammira le sue belve: "La ferocia non la contemplo, la determinazione sì".
Dal Nove a Rai 2. La prova che Belve è un format che funziona.
"E' stato un format che ha avuto una certa visibilità nonostante fosse su una rete più marginale. In qualche modo si è imposto, se ne è parlato molto. Il direttore Di Meo era incuriosito, ci ha creduto e sono molto contenta che mi abbia dato dieci serate. Non sono poche".
Da cosa dipende questo successo?
"Secondo me è un mix. Di interviste se ne fanno tante, ma Belve ha un taglio graffiante, dove si mischiano più registri, da quello leggero a quello più profondo. Poi c'è sempre una notizia, questo è il punto forte del programma. Per rispondere alla sua domanda, Belve ha un'identità ben precisa".
Rosalinda Celentano e Arisa sono state le prime due ospiti di questa edizione, cosa l’ha colpita più di loro?
"Rosalinda vede il comico nella tragedia e la tragedia nel comico. Parla di sé in termini davvero spietati e crudi, ha una ferocia da belva rivolta contro se stessa. Arisa invece, dietro quell'aspetto naif e quei look studiati, è una donna con un grande carattere che spesso si ha quando si nasce in provincia e si ha una voglia di arrivare molto forte perché ti devi conquistare tutto. Lei si è dovuta davvero conquistare tutto. Sicuramente insieme al talento che è fuori discussione, per me è la voce italiana più bella, ha anche una grande determinazione. Non si percepisce subito ma c'è".
Chi saranno le ospiti della prossima puntata?
"Bianca Berlinguer. L'altra invece è una sorpresa".
E poi?
"Ci saranno Virginia Raggi, Asia Argento, Sonia Bruganelli, Barbara Alberti, Laura Ravetto, Paola Barale e poi Marco Travaglio. Ci sarà anche un altro uomo, ma lo sveleremo più avanti".
E’ difficile farsi dire di sì considerando il tipo di intervista che si deve affrontare?
"Nella prima edizione più che difficile era proprio un dramma. Mi chiedevano il nome del programma e rispondevo che stavo valutando fra 'leonesse' o 'tigri', che forse piace di più come termine. Facevo la vaga. Adesso alcuni mi chiedono di venire perché hanno capito che in qualche modo è una vetrina, per quanto riguarda i personaggi politici invece è più complicato. Belve è un programma in cui racconti anche i tuoi difetti per far emergere i tuoi pregi, sul fronte politico il gioco non l’hanno ben capito perché purtroppo sono abituati a dare di loro stessi l’immagine sempre impeccabile, da slogan. Qui gli slogan non funzionano perché si gioca sulla spontaneità".
Ovviamente si può sempre mentire o edulcorare. Se ne accorge quando capita?
"Ma se ne accorge anche il telespettatore. Le persone che piacciono di più sono quelle che rispondono con maggior spontaneità e sincerità. Non parliamo del concetto di verità, che in televisione è complesso da affrontare, però la spontaneità e la sincerità della risposta vengono percepite da me come dal telespettatore e fa gioco all'intervistato. Se capiscono questo è fatta, se invece devono dare una rappresentazione non autentica non lasciano il segno".
A proposito di immagine, cosa pensa dei personaggi del mondo della politica che si mettono in gioco in reality o talent?
"E' difficile dare un giudizio perché si entra nel vissuto delle persone. Ci sono persone che vogliono cambiare vita, altre che lo fanno non avendo più l'alternativa della politica. Dipende anche con quale dignità lo fai, non è che non è consentito cambiare vita se non hai più chance nell’altra. Però penso sempre che quando uno riveste un ruolo particolarmente importante poi se lo deve ricordare qualsiasi cosa scelga di fare dopo".
L'intervista più difficile di tutte le edizioni?
"Forse Adriana Faranda, ex Br del gruppo armato che ha sequestrato Aldo Moro, e la camorrista Cristina Pinto. Hanno un orizzonte completamente diverso, un mondo diverso al quale sono appartenute e in cui devi entrare per affrontare un dialogo del genere".
Si è trovata in difficoltà?
"No, non mi sono mai trovata in difficoltà nelle interviste. Studio molto il personaggio. In difficoltà mi ci trovo quando le persone hanno poco da dire".
Chi le ha detto di no?
"Maria Elena Boschi, Sabina Guzzanti, Michela Murgia, anche Ornella Vanoni".
Ci riproverà?
"Certo. Con Sabina Guzzanti no, le altre invece mi interessano".
La Guzzanti non le interessa più?
"E' stata molto sgarbata, quindi va bene così".
La più ‘belva’ che ha intervistato?
"E' difficile fare una classifica e dare i voti, perché ognuna a modo suo è veramente belva. Mi viene in mente Marina Cicogna, l’avvocato Annamaria Bernardini de Pace, ma anche Giorgia Meloni, Daniela Santanché, Alessandra Mussolini, Giuliana De Sio. Sono tutte belvissime".
Le donne devono essere feroci per farcela?
"La ferocia non la contemplo, la determinazione sì".
Serve più determinazione degli uomini?
"Io non sono per la lagna, sono per il carattere. Non sono per le quote rosa ma per il merito. Trovo che le donne occupino posti importantissimi. Basta pensare che da noi il Dis, l'organizzazione che gestisce i servizi segreti, è in mano a una grandissima professionista, che il Washington Post è diretto da una donna. Insomma, non facciamo le lagnose. Studiamo va".
Il femminismo lo trova fuori luogo?
"No, dico che il femminismo ci ha consentito di avere dei diritti che adesso sta a noi sfruttare".
E il politically correct?
"Noiosissimo e ipocrita. Si sta esagerando. Io non sono mai per le quote di nessun genere, ma per il merito in tutto. Il politicamente corretto è ridicolo e uccide la creatività, soprattutto nel campo artistico".
Lei quanto si sente belva?
"Io sono aspirante belva e lavoro sempre per essere determinata. Per me belva è un complimento e siccome è un complimento non me lo faccio da sola".
Passerebbe mai dalla parte dell’intervistata nel suo programma?
"No, mi piace stare dall’altra parte".
Restando in Rai, c’è un programma che le piacerebbe condurre in futuro?
"A me piace tantissimo il reportage. Ho fatto già un programma in tre puntate, per Rai 3, 'Il prezzo', sui ragazzini e le donne di camorra, sul carcere minorile. Ecco, quello mi piacerebbe continuare ad approfondirlo".