Ci vuole tanto coraggio per vedere il film "Il nido dello storno" su Netflix
Il 24 settembre su Netflix è uscito Il nido dello storno - The Starling, secondo film dell'anno su Netflix (dopo Thunderforce) con Melissa McCarthy, che di recente è stata anche tra le protagoniste di una delle serie tv più apprezzate degli ultimi mesi, Nine Perfect Strangers.
Il film è diretto da Theodore Melfi, il regista del meraviglioso Il diritto di contare e di quello che a nostro modesto giudizio è uno dei film più belli degli ultimi vent'anni almeno, St. Vincent, uno dei capolavori del grande Bill Murray, che fu convinto a recitare nel film dopo un inseguimento-corteggiamento durato anni da parte di Melfi, e reso ancor più complicato dal fatto che Murray non ha un agente né un cellulare (la storia completa si può leggere qui). Oltre a McCarthy, nel cast del film c'è Chris O'Dowd (che con Melfi e McCarthy ha lavorato proprio in St. Vincent) e c'è anche una star come Kevin Kline, che da Un pesce di nome Wanda non ha bisogno di presentazioni.
Nonostante tutti questi nomi, Il nido dello storno è volato via in fretta dalla top 10 dei titoli più visti in Italia su Netflix. Non solo: sui siti americani di aggregatori di recensioni come Rotten Tomatoes e Metacritic, The Starling ha messo d'accordo quasi tutti in senso negativo, con critiche spietate e forse troppo severe. Ma prima di esprimere il nostro giudizio, riassumiamo brevemente la trama del film.
"Il nido dello storno", di cosa parla il film Netflix
La prima scena è idilliaca, fin troppo. Lilly Maynard (McCarthy) e suo marito Jack (O'Dowd) stanno dipingendo una scena campestre sulla parete della stanza di Katie, la loro figlia appena nata. Ma, appunto, l'idillio è troppo, e infatti la tragedia è in agguato.
Sì perché dalla scena successiva capiamo che Katie è morta (per la tremenda sindrome della morte improvvisa del lattante) e i suoi genitori sono letteralmente distrutti. Jack, in particolare, si trova in una clinica psichiatrica, a un'ora di macchina dalla casa che Lilly prova a tenere in piedi nonostante il lutto.
Lilly, infatti, è una donna di ferro: lavora in un supermercato, va a trovare il marito una volta a settimana per gli incontri di gruppo e individuali, e per non pensare troppo al dolore decide anche che è il caso di ripristinare l'orto in giardino, invaso dalle erbacce e devastato dall'incuria. Ma siccome il destino quando si accanisce sa essere davvero esasperante, ai già gravi problemi di Lilly si aggiunge un fastidioso uccellino, uno storno che ha il nido nell'albero del giardino dei Maynard e che, per difendere il suo territorio, inizia ad aggredire e beccare furiosamente la povera Lilly.
Lei, giustamente, non si arrende e decide di affrontare lo storno, tra caschi da football americano e rimedi al limite della legalità. E nel frattempo tira avanti, ma qualcosa inizia a non funzionare più e così Regina, la direttrice della clinica dove si trova il marito, consiglia a Lilly di parlare con un bravissimo psichiatra. Peccato che Larry Fine (Kline) nel frattempo sia diventato un veterinario...
Ci fermiamo qui per non spoilerare, invitandovi a guardare il trailer di The Starling
Perché guardare (e perché evitare) "Il nido dello storno"
"Ci sono andati con la mano pesante sul melodramma", "sembra un film scritto da un software sperimentale", "a nessuno interessa cosa rappresenta lo storno": queste sono alcune delle critiche rivolte a Il nido dello storno, un film giudicato troppo sentimentale ma anche largamente incomprensibile. E - piccola curiosità - con un percorso anche tortuoso, visto che dieci anni fa fu inserito nella lista dei migliori soggetti mai diventati film, prima di essere avviato alla produzione nel 2017.
A noi, però, il film è piaciuto, pur con alcuni distinguo. Certo, non vale St. Vincent, ma anche in The Starling Theodore Melfi conserva il suo tocco leggero, capace di raccontare le tragedie e le difficoltà della vita senza mai indulgere eccessivamente nel dramma, nemmeno quando esso è così ingombrante come la morte di una figlia in culla.
A riguardo, dobbiamo dire una cosa che abbiamo già detto per Mio fratello, mia sorella e che vale a maggior ragione in questo caso: se avete dei figli piccoli, e siete particolarmente sensibili, la visione di Il nido dello storno potrebbe essere un'esperienza straziante, da evitare. Guardate altro, nel caso.
Eppure, se nonostante la sofferenza riuscirete a guardarlo fino alla fine, non potrete fare a meno di sentire quanto veri, autentici siano il dolore e la voglia di reagire descritti in questo film. E forse, come noi, apprezzerete una storia che non racconta di particolari avventure o di chissà quali vicende avvincenti, ma che cattura gli spettatori con un racconto semplice e proprio per questo così universale.