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Venerdì, 19 Aprile 2024

50 personalità mondiali chiedono dialogo fra Madrid e Catalogna

"Contro repressione politica", leader catalani ancora in carcere

Roma, 4 gen. (askanews) - Cinquanta personalità mondiali hanno firmato il manifesto internazionale "Dialogo per la Catalogna" promosso da Omnium Civil Rights Europe, la filiale di Bruxelles di Omnium Cultural, una delle due principali associazioni della società civile catalana, con sede a Barcellona.

L'appello invita i governi spagnolo e catalano ad avviare un dialogo per sbloccare il conflitto politico. I firmatari chiedono la fine della repressione politica e giudiziaria, un'amnistia per gli accusati e i detenuti in carcere e il diritto dei catalani di decidere il loro futuro con un voto libero.

A quasi tre anni dalla celebrazione del referendum catalano e dalla repressione del movimento indipendentista che chiedeva il diritto di autodeterminazione, due leader della società civile (tra cui Jordi Cuixart, presidente di Òmnium Cultural) e sette ex ministri catalani sono stati imprigionati e, nel 2019, condannati dalla Corte suprema spagnola a pene che vanno dai 9 ai 13 anni di carcere. Altri sette politici catalani, alcuni dei quali membri del governo, sono fuggiti in esilio in Belgio, Svizzera e Scozia. Negli ultimi 3 anni, sono state condotte indagini e procedimenti penali nei confronti di centinaia di cittadini per il loro coinvolgimento nell'organizzazione del referendum.

Come afferma il manifesto, "l'uso del sistema giudiziario per risolvere una crisi politica ha portato solo una crescente repressione senza nessuna soluzione". I firmatari affermano che "è tempo di dialogo" per "trovare una soluzione politica che permetta ai cittadini della Catalogna di decidere il loro futuro politico". Affermano inoltre che "affinché il dialogo abbia successo, la repressione politica deve finire e ci deve essere un'amnistia per gli accusati".

Tra i firmatari ci sono l'ex presidente del Brasile Dilma Rousseff, l'attivista per i diritti civili di Hong Kong Joshua Wong (a sua volta imprigionato dal governo cinese), l'artista cinese Ai Weiwei e il politico nordirlandese Gerry Adams, fra i fautori degli accordi del Venerdì Santo in Irlanda del Nord.

Il manifesto è stato firmato anche da quattro premi Nobel per la pace: Jody Williams (USA), Mairead Corrigan (Irlanda), Shirin Ebadi (Iran) e Adolfo Pérez Esquivel (Argentina). Altri importanti firmatari includono i prigionieri politici turchi Osman Kavala e Can Dundar, la cantante americana Joan Baez e l'artista giapponese Yoko Ono.

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