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Giovedì, 18 Aprile 2024

A Oxford al via i test clinici per il vaccino anti coronavirus

Prodotto in collaborazione con i ricercatori di Pomezia

Oxford, 24 apr. (askanews) - Ecco le immagini dall'Università di Oxford, dove sono stati avviati i test clinici per il vaccino contro il coronavirus sugli esseri umani, con l'obiettivo ambizioso di renderlo disponibile al pubblico già da quest'anno.

Nella prima fase, metà dei 1.112 volontari riceveranno il potenziale vaccino contro il Covid-19, prodotto in collaborazione con i ricercatori dell'istituto Advent-Irbm di Pomezia, l'altra metà un vaccino di controllo, ovvero un placebo, per testarne la sicurezza e l'efficacia.

I volontari hanno un'età compresa tra i 18 e i 55 anni, sono in buona salute e non sono testati positivi al virus, non presentano gravidanze o stanno allattando.

"Sembra la cosa giusta da fare, per essere sicuri di combattere questa malattia e guarire molto più in fretta", spiega il volontario Edward O'Neill. "Penso che non possiamo mai escludere completamente alcun potenziale rischio, ma credo che bisogna affidarsi alla fede in queste cose, bisogna avere fiducia nel lavoro che è stato fatto nel miglior modo possibile e sapere che la causa è importante".

"Sono una scienziata e ovviamente voglio testarlo per sostenere la scienza, il processo scientifico, sempre quando posso - spiega Elisa Granato, altra volontaria - e dato che non studio i virus mi sono sentita un po' inutile in questi giorni e ho sentito che questa era la via più facile per me per sostenere la causa. Questo è il motivo per cui sono qui, sono emozionata".

Degli oltre 100 progetti di ricerca nel mondo per trovare il vaccino contro il coronavirus - definito dalle Nazioni Unite l'unica strada per tornare alla normalità - sette sono attualmente alla fase dei test clinici, secondo la London School of Hygiene and Tropical Medicine. Questi test sono già in corso in Cina e negli Stati Uniti e inizieranno alla fine di questo mese in Germania.

Il direttore del gruppo di vaccini della Oxford University, il professor Andrew Pollard: "C'è sempre una grande responsabilità nel condurre i test clinici, ma attualmente la questione fondamentale è di garantire l'integrità di questi studi clinici per rispondere alla domanda se il vaccino funziona, se possiamo fidarci del risultato e se questo porterà a un ulteriore sviluppo e si spera diffusione del vaccino. E se non funziona o se c'è un problema di sicurezza, possiamo creare questi dati dai test che stiamo realizzando".

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