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Martedì, 16 Aprile 2024

Afghanistan, a Bamiyan gli abitanti delle grotte hanno fame

Aspettano l'inverno con terrore, con i talebani tutto va peggio

Roma, 5 ott. (askanews) - Sono i più poveri fra i poveri, i contadini afgani che vivono nello splendore rupestre della valle di Bamiyan. In questo luogo prezioso per gli archeologici, centinaia di famiglie sopravvivono nelle grotte scavate nella roccia dai monaci buddisti nel Quinto secolo dopo Cristo.

Il contrasto è violento fra la bellezza del posto e le condizioni di vita per questa gente. Dopo la conquista dei talebani tutto va peggio, gli aiuti internazionali sono sospesi, il prezzo del cibo aumenta, non si riescono a fare più di due pasti al giorno lamenta Zahra, una residente delle grotte: "Non abbiamo niente per vivere da quando sono arrivati i talebani. Non c'è lavoro e i prezzi sono aumentati La gente fatica e non ha denaro per comprare cibo."

Gli abitanti lamentano che le organizzazioni umanitarie si appoggino a un capo locale, che però iscrive i suoi parenti e amici sulla lista dei beneficiari. Mahram è un altro residente delle grotte: "Ho una famiglia di nove persone, una disabile, ha perso una mano. I bambini vanno a raccogliere patate, per ogni 7 o 10 chili prendono da 100 a 150 afgani (da 1 euro a 1,5) Non c'è lavoro, da quando l'emirato islamico è al potere non c'è lavoro nei cantieri né nei campi".

Qui a duecento chilometri da Kabul, dove i talebani già nel 2001 distrussero due gigantesche statue di Buddha, si aspetta l'inverno con terrore: sempre meno cibo, il freddo che avanza, niente da bruciare per scaldarsi.

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