Al via su Fox 'Romolo + Giuly 2': "Nord vs Sud, così dissacriamo le contraddizioni dell'Italia" (VIDEOINTERVISTA)
Un'Italia divisa in due da un governo federalista, con Roma che ha perso la 'Guerra Mondiale Italiana' a causa dei propri contrasti interni, e i milanesi e i napoletani che, capitanati da improbabili governanti (il leader sudista Don Alfonso, interpretato da Fortunato Cerlino, e il milanesissimo Giorgio Mastrota, nei panni di un malefico se stesso), hanno conquistato la città e il Paese intero. Comincia così la seconda stagione di 'Romolo + Giuly: la guerra mondiale italiana', al via su Fox (Sky, 112) dal 16 al 30 settembre 2019 alle 21.15, serie comedy incentrata sull'eterna rivalità tra i 'fighetti' di Roma Nord e i 'coatti' di Roma Sud, che sfrutta le faide ancestrali della Capitale come cassa di risonanza per dissacrare luoghi comuni e contraddizioni dell'Italia di oggi. "Se nella prima stagione l'unica speranza di pace era rappresentata proprio dall'amore di Romolo e Giuly, eredi delle famiglie capitoline dei Montacchi e Copulati, quest'anno ci confronteremo con quello che è il più grande difetto dell'italiano moderno, ovvero l'ostinazione dell'individualismo rispetto alla collettività", spiega Alessandro D'Ambrosi, attore protagonista nel ruolo di Romolo e creatore della serie. Nel cast anche Beatrice Arnera (Giuly), Niccolò Senni (Giangi), Ludovica Martini (Deborah), Michela Andreozzi (Olimpia Copulati), Lidia Vitale (Anna Montacchi), Nunzia Schiano (Donna Assunta), e la partecipazione straordinaria di Francesco Pannofino nel ruolo di Edoardo Pederzoli, il politico voltagabbana. E ancora guest star come Francesco Totti, protagonista dello spot web nei panni di San Pupone da Porta Metronia, Carlo Conti, Luciana Litizzetto, Giobbe Covatta, Cristiano Malgioglio, Federica Cacciola (alias Martina Dell'Ombra), Roberto Da Crema. Un parterre d'eccezione per una serie tv - prodotta dalla Wildside di Mario Gianani e Lorenzo Mieli con Lorenzo Gangarossa e da Zerosix Productions per Fox Networks Group Ityali - che ha saputo sperimentare nuovi linguaggi di commedia di autori esordienti, perché "mentre la comicità italiana è principalmente una comicità di situazione legata ad un piano di realtà, noi abbiamo osato prenderci il diritto di spostare l'attenzione sull'assurdo e il grottesco", chiosa D'Ambrosi. E l'audacia è stata premiata col grande successo di pubblico.