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Venerdì, 19 Aprile 2024

Artisti e comunità: Les Citoyens di Fondation Cartier e Triennale

A Milano la mostra curata dall'artista argentino Guillermo Kuitca

Milano, 12 mag. (askanews) - Ci sono parole che nel mondo di oggi hanno assunto un valore sempre più pregnante: una di queste è "comunità", termine decisivo per ogni ragionamento sul futuro e anche per il mondo dell'arte e della cultura. E proprio dall'idea di "collettivo, gruppo e comunità" è partito l'artista argentino Guillermo Kuitca per curare la mostra "Les Citoyens", che porta in Triennale a Milano uno sguardo sulla collezione della Fondation Cartier pour l'art contemporain, nell'ambito della collaborazione tra le due istituzioni. Che il presidente della Triennale Stefano Boeri vede accomunate in particolare da un tipo di atteggiamento verso il proprio patrimonio: "La volontà e la capacità di trasformare in elemento generativo le collezioni - ha detto Boeri - gli archivi, la raccolta dei materiali, la raccolta delle opere e, soprattutto, la relazione con gli artisti. Questa mostra è una mostra di straordinaria attualità che nasce dal rendere generativa una collezione".

Nelle sale della Triennale si possono incontrare tracce dei mondi immaginifici di un regista come David Lynch, ma anche le grandi sculture animate e parlanti di Tony Oursler, le fotografie brasiliane di Claudia Andujar o le proposizioni abitative di Absalon. E il ruolo degli artisti, dal curatore a quelli in mostra, è il centro gravitazionale del lavoro portato avanti dalla Fondazione Cartier, come ha confermato la direttrice delle collezioni Grazia Quaroni. "Gli artisti - ha detto - non sono solo una parte della programmazione, sono la programmazione stessa. Gli artisti fanno il nostro programma. La Fondation Cartier è quello che è, fa quello che fa perché gli artisti sono lì a fornirci le idee e le energie di cui abbiamo bisogno".

Idee ed energie sono altre due parole che alimentano la riflessione su ciò che la cittadinanza può essere nel nostro presente iper-contemporaneo, perché è da lì che, oggi come mai, si può ragionare di nuovi scenari, che dall'arte, intesa in tutte le sue forme, poi si possono adattare anche a ciò che arte pensiamo non sia, ossia il mondo, ossia le nostre vite.

"E' proprio di comunità che Guillermo Kuitca ha scelto di parlare con questa mostra - ha aggiunto Grazia Quaroni -. In risposta all'invito di Triennale e Fondazione Cartier, Kuitca presenta una scelta personale sulle opere della collezione, ci sono 28 artisti, 17 Paesi diversi per esplorare una tematica: l'idea di gruppo, appunto, di comunità". Che può anche prendere la forma sospesa e incerta delle fotografie di Francesca Woodman, capaci, comunque, di toccare profondamente quella corda interiore indefinibile che possiamo, forse, chiamare identità.

(Leonardo Merlini)

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