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Giovedì, 28 Marzo 2024

Coronavirus, l'industria musicale è in crisi con perdite del 35%

Davide d'Atri (Soundreef): Serve liquidità per ripartire

Milano, 17 apr. (askanews) - L'emergenza coronavirus cambia la musica e il modo di ascoltarla, una pesante battuta d'arresto per l'industria musicale che soffre moltissimo per il protrarsi del lockdown. A dare i numeri di questa crisi è Davide d'Atri, fondatore e Ad di Soundreef, gestore indipendente dei diritti d'autore.

"Noi abbiamo live, piano bar, ristoranti e hotel a -100% di fatturato, in quelle classi il diritto d'autore è completamente abbattuto, abbiamo -70% di vendita dischi, - 40% di introiti dalla televisione, -25% di introiti dalla radio, pensavamo che l'online potesse in parte compensare e invece rimane stabile o in lieve flessione anche lo streaming, perché sembra che le persone ascoltino musica in streaming mentre si spostano. Questa è una situazione che proietta le perdite per una società che gestisce i diritti d'autore al 30-35% sull'anno".

Gli interventi più urgenti da parte del Governo dopo quelli già previsti nel decreto Cura Italia devono puntare a garantire liquidità per supportare le piccole e medie imprese del settore.

"Non c'è dubbio che se la cultura non viene aiutata con liquidità nel breve termine rischiamo di perdere un pezzo importante della cultura italiana, non solo musicale ovviamente".

In questa complessa situazione Soundreef è stata la prima collecting society del settore a prendere provvedimenti a favore dei suoi iscritti.

"Abbiamo preso i rendiconti del 2019 per tutti gli autori che hanno guadagnato meno di 10.000 euro e abbiamo anticipato il 50% di questi rendiconti subito dopo l'inizio della crisi.

Prospettive di ripartenza per il settore ci sono.

"Intanto lanciamo un messaggio positivo, statisticamente e storicamente: i progetti più grandi e ambiziosi si sono sempre sviluppati nei peggiori periodi di crisi. Le crisi generano opportunità, ma solo per chi le sa cogliere, perché dopo i momenti di difficoltà le persone diventano più attente ai propri consumi e alla qualità dei prodotti e dei servizi. Chi riesce a trovare la strada giusta di quello che serve alle persone troverà grande soddisfazione".

Serve poi che venga fatto una minimo di chiarezza per cercare di riprogrammare e pianificare la partenza di concerti ed eventi. Perché al momento è tutto bloccato. Davide d'Atri infine ha voluto lanciare un messaggio: non fermate la musica, è necessario che artisti e case discografiche importanti si impegnino a continuare a produrre per ripartire appena sarà possibile.

"Se potete uscite perché vi aiutate e aiutate il sistema in generale. Dobbiamo dove possibile mantenere le attività inalterate e soprattutto ripartire a mille appena ci fanno ripartire".

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