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Giovedì, 25 Aprile 2024

Coronavirus, nuova Tac portatile all'ospedale da campo di Bergamo

Permetterà di potenziare le diagnosi negli ammalati di Covid-19

Bergamo, 16 set. (askanews) - L'ospedale Covid da campo di Bergamo ha una nuova Tac portatile che permetterà il monitoraggio dei pazienti e il potenziamento della diagnosi dell'infezione da coronavirus Sars-Cov2.

Il Gruppo Unipol ha supportato l'organizzazione umanitaria Cesvi con una donazione di un milione di euro per acquistare la nuova Tac per la struttura allestita dall'Associazione nazionale alpini a Bergamo.

Si tratta di uno strumento indispensabile per individuare i segni polmonari della malattia in fase precoce, valutare l'estensione e l'evoluzione dell'infezione da Covid-19 ma anche testimoniare la completa guarigione del paziente colpito dal Sars-cov2.

La consegna ufficiale è avvenuta nella mattinata del 16 settembre alla presenza del presidente dell'Associazione Nazionale Alpini Sebastiano Favero, della presidente di Cesvi Gloria Zavatta, del Responsabile Relazioni Istituzionali del Gruppo Unipol Stefano Genovese e del sindaco di Bergamo Giorgio Gori che ha voluto ringraziare tutti i volontari che hanno contribuito a creare la struttura.

"Ho ricordato in particolare l'Associazione nazionale degli alpini - ha detto Gori - il Cesvi che ha coordinato la raccolta dei fondi e poi tantissimi artigiani, volontari, gli ultrà dell'Atalanta, forze molto diverse. Quando abbiamo cominciato a gestirlo sono arrivati i medici dalla Russia, quelli di Emergency, oltre a quelli del nostro ospedale 'Papa Giovanni' e alla Protezione civile. Tanti fiumi che portano a quel risultato che è stato fondamentale per noi in termini concreti perché ha allegerito la pressione che c'era sulle strutture ospedaliere e anche in termini simbolici nel senso che è stato quel segno di positività e reattività che ha infuso speranza che è servita moltissimo".

L'ospedale da campo bergamasco, realizzato presso i padiglioni della Fiera di Bergamo nel pieno dell'emergenza Covid in Italia, tra il 24 marzo e il primo aprile 2020, offre 72 posti in terapia intensiva e altrettanti in sub-intensiva. La speranza è che non vengano mai occupati, ma restano pronti in caso di una recrudescenza delle forme più gravi di contagio.

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