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Venerdì, 19 Aprile 2024

Covid, Vaia (Spallanzani): "Niente panico, ma responsabilità"

"Sistema sanitario pronto ma più prudenza. Non intasate drive-in"

Roma, 8 ott. (askanews) - Niente panico per il costante incremento di contagi da coronavirus ma responsabilità. Questo il messaggio del Direttore Sanitario dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, secondo cui la situazione attuale era prevedibile ed era stata prevista dopo le vacanze e la ripresa della mobilità, anche all'estero, soprattutto dei giovani; con casi per lo più ormai di trasmissione intrafamiliare ai meno giovani. Ma è importante fare chiarezza.

"La qualità del contagio è molto meno grave della prima ondata, sia in ricovero ordinario che in terapia intensiva, prima si moriva di più, ora quasi sempre chi finisce in intensiva rientra nei reparti, si guarisce di più; poi la maggioranza dei contagiati sono asintomatici".

Questo non vuol dire far poca attenzione. Il virus, ricorda, colpisce in tutte le stagioni, tutte le fasce di età e tutto il Paese, senza distinzioni.

"Questo virus è debole con i più forti ed è molto aggressivo con i più fragili fino alla letalità".

Da qui l'importanza di proteggere i più fragili ed essere responsabili. Un messaggio ai giovani, spesso inconsapevolmente asintomatici, che devono sentirsi coinvolti e assumere atteggiamenti prudenti. Uno scenario secondo il direttore sanitario dello Spallanzani, comunque gestibile, ma con il contributo di tutti.

"Attenzione stiamo crescendo, non siamo ancora nella catastrofe, il virus non sta vincendo, ma se come Paese e come individui restiamo dentro quello che abbiamo imparato. Il Sistema Sanitario è pronto con più posti letto e un'organizzazione flessibile, ma c'è bisogno che i singoli individui siano prudenti".

Un appello anche a non farsi prendere dalla psicosi, niente corsa al tampone:

"Non dobbiamo scoraggiarci e farci prendere dal panico e intasare i drive-in, non sono la terra-promessa, ora non servono tanti tamponi, ma screening delle popolazioni esposte, scuole, forze dell ordine e operatori sanitari e man mano tutta la società, ma la richiesta spropositata di tamponi non rende un buon servizio al Paese".

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