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Venerdì, 19 Aprile 2024

Fontana indagato per i camici: soldi al cognato da conto svizzero

L'ipotesi a suo carico frode in pubbliche forniture

Milano, 25 lug. (askanews) - Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, è

indagato nell'inchiesta sulla partita di 75mila camici e 7mila kit sanitari, del valore di oltre 500mila euro, fornita alla Regione Lombardia da Dama, società di proprietà di suo cognato Andrea Dini e partecipata al 10% da sua moglie. Secondo la ricostruzione fatta dal Corriere della Sera l'ipotesi di reato a carico di Fontana è quella di frode in pubbliche forniture.

Fontana, secondo il quotidiano di via Solferino, il 19 maggio avrebbe fatto partire un bonifico da 250mila euro alla Dama Spa del cognato da un proprio conto svizzero su cui nel 2015 aveva fatto uno scudo fiscale per 5,3 milioni di euro, fino ad allora detenuti alle Bahamas. Una operazione questa che sarebbe andata a parziale copertura del mancato profitto che Dini avrebbe avuto trasformando, l'indomani, in donazione l'iniziale vendita dei camici, rinunciando a farsi pagare quelli già consegnati. E che confligge, tuttavia, con quanto dichiarato dallo stesso governatore il 7 giugno, di non essere a conoscenza della procedura e di non essere mai intervenuto in alcun modo.

Ciò detto, il bonifico poi non partì perchè in base alle norme antiriciclaggio l'Unione fiduciaria milanese, incaricata da Fontana, segnalò l'operazione alla Banca d'Italia che a sua volta informò Gdf e Procura. Il 9 giugno i finanzieri sentirono come teste il responsabile della funzione antiriciclaggio. Due giorni dopo il governatore lombardo bloccò il bonifico.

L'iscrizione nel registro degli indagati del presidente della

Regione Lombardia arriva dopo che nei giorni scorsi erano già

stati indagati suo cognato e l'ex direttore generale di Aria, la centrale acquisti regionale. Per loro l'ipotesi di reato è di turbata libertà nella scelta del contraente. E ora anche frode in pubbliche forniture in concorso con il presidente.

Fontana, appena appresa la notizia di essere indagato nella notte, ha affidato a un post su Facebook il suo commento, dicendosi addolorato di aver appreso "questo evento, con le sue ripercussioni umane, da fonti di stampa". "Sono certo - ha scritto in conclusione del breve post - dell'operato della Regione Lombardia che rappresento con responsabilità".

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