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Venerdì, 29 Marzo 2024

Gianni Agnelli, l'Avvocato: cento anni dell'imprenditore d'Italia

Viveur, icona di stile, simbolo della nobiltà della finanza

Roma, 11 mar. (askanews) - Torino, la fabbrica, la Juventus. Gianni Agnelli, l'avvocato, che oggi avrebbe compiuto cent'anni, fu l'ultimo aristocratico di un'Italia che non c'è più.

Nasceva a Torino il 12 marzo del 1921: designato dal nonno alla testa dell'impero già poco dopo la prematura morte del padre, avvenuta quando aveva solo quattordici anni.

Dopo la guerra con le sue sofferenze, arriva anche una gioventù da rotocalco, per la vita dorata che trascorre tra Costa Azzurra e New York.

Quando prende la guida della Fiat dall'uomo di fiducia del nonno Giovanni, l'ultraottantenne ingegner Vittorio Valletta, l'Avvocato ha 45 anni e un passato da nullafacente d'oro: ha ricoperto solo incarichi di rappresentanza, come quello di presidente della squadra di calcio di famiglia.

Ma imprimerà un forte cambiamento all'azienda più importante del paese: compra la Ferrari dal suo fondatore Enzo, poi la Lancia. Il miracolo economico è finito, tempo di tensioni sociali e autunno caldo. Poi la crisi e lo scontro sindacale della fine degli anni '70.

Ma è anche un'epoca di grande crescita nazionale per la Fiat, di modelli che segnano il paese, come la Uno disegnata da Giugiaro, la Panda, la Punto.

Virgilio Marrone, ex direttore generale e poi AD della holding IFI, ricorda gli incontri di lavoro con Agnelli in quegli anni: "Per me il più bel ricordo dell'avvocato Agnelli è nella visione un po' intimista di questi colloqui, pur di lavoro e senza aperture personali, nella penombra del salotto di villa Frescot e nel silenzio della collina".

Perché l'Avvocato imprenditore che stringe accordi internazionali è anche icona di stile nazionale, eccentrico, temuto, criticato e adorato. Nella vita privata un viveur noto per l'amore per le donne, il padre di Margherita ed Edoardo avuti dalla moglie Marella Caracciolo. Negli anni 80 il rilancio dell'azienda, affiancato da Cesare Romiti, a cui Agnelli lascerà la presidenza e l'acquisto del marchio Alfa Romeo.

Ufficialmente non si mescola alla politica, anche se sarà nominato senatore a vita. Al successo dell'imprenditore, del grande ammaliatore, si accompagnano le tragedie private che ne hanno segnato l'esistenza: il suicidio del figlio Edoardo e la morte prematura del nipote Giovannino, erede designato.

Una delle ultime opere la ricorda Evelina Christillin, oggi membro del board della Fifa e al vertice del Museo Egizio: le Olimpiadi del 2006, tre anni dopo la morte di Agnelli: "Se le Olimpiadi ci sono state a Torino nelle valli che amava tanto, il merito, è un regalo che ha fatto lui alla sua terra, e a me anche che ho avuto la fortuna di aiutarlo".

La tradizione di famiglia oggi è incarnata dal nipote John Elkann, maschio primogenito di Margherita, come in ogni dinastia. Avrebbe approvato l'Avvocato la rivoluzione dell'azienda di famiglia, l'apertura all'estero, la fusione con le industrie statunitensi? Di certo anche in questo, tra luci ed ombre, la storia della Fiat è intrecciata a quella dell'Italia intera.

Si ringrazia il Centro Storico Fiat per le immagini

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