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Martedì, 16 Aprile 2024

Giannini (UniPd): su vitamina D nessun cambiamento per pazienti

Revisione di Aifa non avrà ripercussioni su rimborsabilità

Roma, 28 feb. (askanews) - E' un preormone necessario a numerose funzioni biologiche, ma è impiegata soprattutto nella cura della fragilità dello scheletro. Di Vitamina D in questi giorni si parla molto per una revisione da parte di Aifa della nota 96, che ne regola la distribuzione in regime di servizio sanitario nazionale. Ma cosa cambia? Lo spiega ad askanews Sandro Giannini, Dipartimento di Medicina - DIMED Università di Padova: " Cambiano diverse cose, bisogna dire intanto che alcune delle cose che cambiano sono sicuramente positive: Aifa riconosce in maniera molto più appropriata di quanto non fosse in precedenza che servono livelli di vitamina D nel siero molto precisi e molto più alti di prima per quanto riguarda la combinazione con le terapie dell'osteoporosi, questo è un riconoscimento dell'importanza della vitamina D direi fondamentale; che servono livelli di vitamina D sierica più alti di quanto si stabilisse prima in presenza di malattie che rendono lo scheletro fragile, anche questo è un grosso riconoscimento, che la vitamina D può essere somministrata in molti soggetti fragili, pazienti allettati istituzionalizzati, oppure in donne gravide senza che sia necessario determinare il valore della vitamina D nel sangue. Queste sono le cose principalmente più importanti e poi hai fatto correttamente riconoscere che ci vogliono valori bassi di vitamina D in assenza di sintomi riferibili a danni da vitamina D o anche in presenza di sintomi per poterla dare in regime di rimborso del sistema sanitario nazionale.

Ma è ovvio - sottolinea il professore - che la vitamina D non può far bene a chi ce l'ha perfettamente normale, non può ridurre nessun rischio di frattura se uno il rischio di frattura non ce l'ha".

"Tutti i soggetti fragili dove fragili non vuol dire solo fragilità ossea, soggetti allettati, molto debilitati con problemi motori o che hanno l'osteoporosi ma che non devono ancora fare una terapia per l'osteoporosi, le donne in gravidanza, possono e devono prendere la vitamina D anche senza misurarla nel sangue. I soggetti che prendono farmaci per l'osteoporosi devono prendere la vitamina D e raggiungere nel siero valori preordinati", chiarisce.

Non c'è nulla da temere, dunque da parte dei pazienti con le nuove norme stabilite dall' Agenzia del Farmaco? "Direi che lo spettro generale delle malattie scheletriche riconosce a pieno oggi, e la nota fa lo stesso, la necessità di una supplementazione con vitamina D per soggetti che realmente ne hanno bisogno che sono la maggior parte.

Io non vedo nessuna ragione per cui ci debbano essere ripercussioni sulla prescrivibilità della vitamina D e non credo che ci saranno pazienti che meritano di essere trattati che saranno privati della terapia quando serve".

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