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Giovedì, 25 Aprile 2024

"I cassamortari", la black comedy di Amendola, tutta da ridere

Dal 24 marzo su Prime Video, con Ghini, Tognazzi, Ocone, Sperduti

Roma (askanews) - Si può ridere della morte anche in momenti drammatici? La risposta è sì, se si guarda la commedia di Claudio Amendola "I cassamortari", su Prime Video dal 24 marzo. Protagonista è una famiglia titolare di un'agenzia di pompe funebri in cui regna il cinismo e una convinzione: tutti devono morire ma pochi ci guadagnano. Il capofamiglia, interpretato da Edoardo Leo, lascia ai figli interpretati da Massimo Ghini, Lucia Ocone, Gian Marco Tognazzi e Alessandro Sperduti, un'azienda florida, costruita sull' evasione fiscale e sulla mercificazione della morte. Quando il loro destino si incrocia con quello di un divo della musica interpretato da Piero Pelù, intravedono una possibilità di fare business che supera ogni limite.

Quella di Amendola è una black comedy che mostra quanto possa essere potente l'arma del cinismo, per far ridere e riflettere: "Il cinismo è un'arma micidiale, arrivi ovunque, ti puoi permettere di dire tutto, se al cinismo ci aggiungi un po' di sarcasmo hai fatto centro. I grandi maestri della commedia italiana, quella con la C maiuscola, ne hanno fatto il cavallo di battaglia, se penso a Dino Risi a Monicelli. Non mi piace il cinismo dei politici, non piace il cinismo mirato, mi piace il cinismo spontaneo, quello che non può fare a meno, e questa è una cosa molto romana, di dire la battuta anche quando non la devi dire. Io l'ho sempre fatto questo, durante le più grande sgridate dei miei, e ce ne sono state tante, mi veniva sempre in mente una battuta che a me faceva molto ridere e sapevo di non doverla dire, ma la dicevo".

Quella capacità spontanea, non pretestuosa, di ridere e far ridere di tutto, Amendola la mostra anche in questo film, che tratta un tema come la morte: "Di fronte a argomenti del genere riesco a trovare una chiave che comunque mi fa ridere, ho racconti e ricordi divertentissimi di tutti i funerali dei miei parenti".

A questo proposito i suoi attori dicono: "Credo che questo cinismo venga anche fuori dai rapporti interpersonali ma alla fine è un inno alla vita, un po' come la canzone di Piero Pelù".

"L'ironia è un'arma potentissima, come dicevi giustamente tu, per affrontare poi qualcosa che ci tocca tutti e ci spaventa anche, e per ricollegarmi a quello che hai detto tu, sul set ci siamo divertiti parecchio, noi ridevamo come un po' si ride alle scuole medie, quando non puoi ridere. C'è stato proprio un bell'affiatamento".

Il personaggio che Amendola ha scritto per Piero Pelù mostra invece la follia che possono raggiungere il divismo e lo show business, soprattutto quando sono accompagnati da un uso estremo dei social:

"Mi son sentito molto a mio agio nella storia, e poi soprattutto nel rappresentare un personaggio che è esattamente l'opposto di quello che io sono da quando faccio la musica, cioè io odio lo star system.

Ci sono tantissime chiavi di lettura in questo film che va visto e rivisto perché ci sono chiavi di lettura nella sceneggiatura veramente importanti".

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