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Giovedì, 25 Aprile 2024

In Italia 5 mln di persone con il diabete, 1 mln non sa di averlo

Nervo: subito linee guida condivise ed univoche da Nord a Sud

Roma, 30 nov. (askanews) - Non c'è solo il coronavirus a rappresentare un'emergenza per il sistema sanitario italiano, c'è anche il diabete, una patologia che nel nostro Paese affligge cinque milioni di persone: di questi, più di 3 milioni e mezzo sono pazienti consapevoli, mentre oltre un milione non sa di essere diabetico con tutti i rischi del caso.

Stefano Nervo, presidente dell'Associazione Diabete Italia Onlus, la più importante a livello nazionale che raggruppa pazienti, medici e specialisti: "Oggi, in Italia ci sono circa 3 milioni e 7-800mila pazienti con diabete. Si stima che ce ne siano almeno un altro milione, milione e mezzo che non sa di avere il diabete. Quindi un totale di circa 5 milioni. Il problema è che, in questo caso, parliamo di stime anche perché, purtroppo, non ci sono registri regionali in tutte le regioni e quindi i numeri si riferiscono a delle stime dell'Istat".

Ma per sapere se si rientra tra quel milione e mezzo di persone inconsapevolmente a rischio diabete bastano due semplici esami.

"E' sufficiente chiedere al proprio medico di famiglia di prescrivere due esami: l'emoglobina glicata e la glicemia a digiuno, che permette di capire qual è l'andamento medio degli ultimi tre mesi, in maniera tale da rendersi conto dello stato della situazione, soprattutto se si ha più di 45 anni, se si hanno parenti diretti, come i genitori, che hanno avuto, anche loro il diabete di Tipo 2 e soprattutto, anche, se si è in sovrappeso o obesi".

Nervo, 42 anni, ingegnere informatico, primo paziente al vertice dell'associazione, chiede alle istituzioni linee guida nazionali per raggiungere un percorso diagnostico terapeutico assistenziale sul diabete condiviso ed uniforme da Nord a Sud Italia.

"Quello che noi chiediamo è di cercare di dare delle linee guida univoche e cominciare a semplificare soprattutto i percorsi burocratici: per esempio parliamo di piani terapeutici come per le prescrizioni annuali dei presìdi, che sono atti puramente amministrativi e burocratici, che intasano gli specialisti e che potrebbero tranquillamente essere eliminati in favore di maggiori controlli, perché giustamente piani terapeutici esistono perché bisogna mantenere la situazione sotto controllo soprattutto nell ambito di determinati farmaci ma, per quanto riguarda il diabete, molti di questi farmaci - piano terapeutico - sono dei farmaci che non sono più nuovi, di cui si conosce molto bene tutto e che potrebbero addirittura essere messi a disposizione dei medici di famiglia che oggi non hanno la possibilità di fare piani terapeutici e quindi di prescrivere questi farmaci in modo da sgravare in maniera considerevole il lavoro degli specialisti".

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