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Giovedì, 28 Marzo 2024

La prima donna della Magnum: vita e fotografia di Inge Morath

Al Museo Diocesano di Milano il racconto di un nuovo linguaggio

Milano, 19 giu. (askanews) - Potete scegliere se entrare nella mostra seguendo le tracce di una carrozza russa che ricorda i racconti di Cechov oppure quelle delle donne iraniane negli anni Cinquanta. Potete riconoscervi in una memorabile serie di ritratti di artisti oppure cercare l'ombra di Degas tra le giovani ballerine classiche. Quello che avete davanti è il mondo della fotografa austriaca Inge Morath, cui il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano dedica una mostra che vuole raccontare sia la sua vita sia la sua fotografia.

E che rappresenta anche, come ci ha detto la direttrice del museo, Nadia Righi, una riapertura e un nuovo modo per il Diocesano di aprirsi al pubblico.

"Negli ultimi tre anni d'estate - ha spiegato ad askanews - proponiamo delle mostre di fotografia di alto livello e grande richiamo. Il chiostro si apre alla città con una modalità anche di visita diversa, perché il museo rimane aperto anche in orario serale, anzi, da luglio a settembre le due mostre saranno aperte in orario serale e il museo si apre a un pubblico diverso dal solito, un pubblico più giovane".

La storia di Inge Morath è nota soprattutto per essere stata la prima donna ammessa in quel club interamente maschile che era l'agenzia Magnum degli anni d'oro, dove lavoravano vere leggende come Robert Capa o Henry Cartier-Bresson. E Morath ha avuto la capacità e il talento per portare nel tempio del forogiornalismo, spesso di guerra, una sensibilità diversa e una diversa attenzione all'umanità.

"La volontà - ci ha detto Marco Minuz, curatore della mostra - era proprio quella di raccontare la sua determinazione, il suo coraggio, la sua intraprendenza, che la portano a ricoprire questo ruolo e a realizzare una serie di reportage estremamente interessanti in luoghi all'epoca non facilmente visitabili per una donna, in particolare l'Iran".

In mostra anche molti ritratti della stessa fotografa, in un gioco che sottolinea la relazione tra i due mondi che l'obiettivo sembra separare, ma che sono indissolubili e che qui si provano a ricomporre in un certo senso.

E alla presentazione dell'esposizione è intervenuto anche Filippo Del Corno, assessore alla Cultura del Comune di Milano.

"Partendo da una circostanza anche occasionale, il talento di una donna come Inge Morath - ci ha detto l'assessore - ha saputo esprimersi e ha saputo imporsi anche grazie alla determinazione con cui ha nutrito il proprio talento e poi è diventato un punto di riferimento irrinunciabile per i linguaggi della fotografia e dei fotoreporter".

La mostra "Inge Morath - La vita. La fotografia" resta aperta al pubblico del Museo Diocesano fino al 1 novembre.

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