rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024

"Leaving violence. Living safe": Unhcr contro violenza genere

Durante il progetto aiutate 300 donne e formate 52 mediatrici

Roma, 14 dic. (askanews) - Unhcr, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, scende in campo per supportare le donne rifugiate, richiedennti asilo e migranti che hanno subito violenza. Il progetto si chiama "Leaving violence. Living safe" e propone un sistema antiviolenza davvero inclusivo, grazie alla partnership con la rete D.i.Re e il coinvolgimento di 71 centri antiviolenza nell'arco di 3 anni.

Le Proposte strategiche per migliorare la risposta del sistema antiviolenza italiano ai bisogni specifici di donne rifugiate, richiedenti asilo e migranti che hanno subito violenza sono state presentate da D.i.Re, Donne in rete contro la violenza e UNHCR.

Nel corso del progetto sono state aiutate quasi 300 donne, formate 52 mediatrici culturali, attivate collaborazioni stabili con 42 di loro.

Spiega la portavoce dell'Unhcr, Carlotta Sami: "Il fenomeno è quello della violenza di genere, che si può scagliare contro le donne e le bambine, talvolta fra le persone in fuga fra i vulnerabili ci sono anche gli uomini. Purtroppo la violenza di genere è un tipo di abuso che colpisce moltissime persone che si trovano a dover lasciare le proprie case a causa di persecuzioni, conflitti e violenza. Negli ultimi mesi anche a causa della pandemia e del fatto che la capacità delle famiglie - già vulnerabili perché rifugiate - di far fronte alle difficoltà economiche accresciute a causa della pandemia, questo tipo di violenza è aumentata di fatto".

Come operare nel contesto italiano? "Abbiamo stretto una partnership con la rete antiviolenza D.i.R.E. e con il progetto abbiamo cercato di creare un ponte fra i centri antiviolenza che esistono in Italia e queste persone, in modo da creare una specifica competenza che rendesse gli operatori in grado di identificare i segni di questa violenza e capire come intervenire".

Nel sistema antiviolenza italiano però, le donne rifugiate, richiedenti asilo e migranti restano ancora in larga parte "invisibili", oppure vengono confinate soprattutto nei percorsi anti-tratta, che riguarda però solo una parte di loro.

La ministra per le Pari opportunità, e la Famiglia, Elena Bonetti: "Mi vorrei congratulare per la qualità del lavoro svolto e per l'approccio innovativo e strategico che avete proposto e credo possa essere valorizzato e strutturato per una sperimentazione che possiamo promuovere in modo concreto nell'azione e prossimo piano strategico di contrasto alla violenza maschile contro le donne".

"Serve un investimento in formazione e in qualificazione dei ruoli delle mediatrici culturali - ha concluso Bonetti - e serve definire un sistema di strategia complessiva che, anche grazie alla revisione dei decreti sicurezza portata avanti in Parlamento, ci permetta di inserire azioni concrete in questa direzione".

Si parla di

Video popolari

"Leaving violence. Living safe": Unhcr contro violenza genere

Today è in caricamento