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Giovedì, 18 Aprile 2024

Marta Leonori (Pd): una corrente femminile sarebbe una sconfitta

Consigliera dem in prima fila nella rivolta delle "Democratiche"

Roma, 16 feb. (askanews) - La discussione tra le "Democratiche" è ancora bollente. Si sono riunite il 15 febbraio (e si riuniranno anche il 16) per discutere della mancata rappresentanza femminile del loro partito nel Governo Draghi. La sconfitta - ci ha spiegato la consigliera dem della Regione Lazio (ex assessora alle attività produttive nella giunta romana di Ignazio Marino e già direttrice della Fondazione Italianieuropei), Marta Leonori - non riguarda solo le donne del Pd, ma rispecchia la società italiana; e per risolvere l'annoso problema che si fa beffe delle quote rosa servirà una grande cambiamento culturale. Insomma, la battaglia per il potere è appena iniziata.

"Siamo rimasti tutti attoniti, uomini e donne. La cosa che fa rabbia è sapere che il Partito democratico ha perso un'occasione - spiega Marta Leonori, in prima fila nella rivolta delle donne del Pd - e quello che noi speravamo fosse stato scardinato anche nel protagonismo maschile delle componenti è diventato evidente anche all'esterno e quindi ci ha fatto perdere di credibilità ma non come donne, come intero partito. L'altra cosa che fa rabbia è che il nostro partito non ha imparato, speriamo che a questo punto ci sia uno scatto di orgoglio, e non hanno imparato nemmeno quei capi corrente che almeno potevano farsi rappresentare dalle validissime colleghe che sono anche nelle loro componenti".

Delle otto donne divenute ministre nel Governo Draghi, ciò che salta agli occhi è sicuramente la mancanza di "donne di sinistra":

"Noi non possiamo permettere che non ci siano donne progressiste in questo governo, perché in questo momento questo è. Ci sono validissime persone ma che vengono da altre culture. Quindi sarebbe una perdita di opportunità, ma non tanto per i singoli, per i nomi, ma per l'apporto che si può dare. Dopo di che, il tema non sono i nomi delle sottosegretarie e dei sottosegretari, sarebbe anche umiliante ridurlo soltanto a questo, il tema è come noi entriamo nella società e nelle istituzioni", ha spiegato Leonori.

"Tra le donne non la pensiamo tutte allo stesso modo, quindi non è ghettizzarci in una corrente, quando abbiamo costituito la conferenza delle donne l'idea era un'altra, quella di costruire un'alleanza e di costruire anche alleanze verso l'esterno", ha denunciato.

"Creare una corrente delle donne sarebbe veramente la sconfitta finale, creare un'alleanza solida fra donne che si spalleggiano e che richiedono di raggiungere gli stessi obiettivi, questa è la sfida vera, ma appunto dentro e anche fuori, perché abbiamo tradito anche le associazioni, che sono fuori dai partiti".

Covid permettendo, nel 2021 si voterà per le amministrative di Roma e cresce l'ipotesi di una candidatura Pd per l'ex ministro dell'Economia del Conte 2:

Roberto Gualtieri è una persona validissima, stimabile, ma anche là il tema non è soltanto il nome ma è anche prendere in considerazione anche altre possibilità. È discutere di Roma, delle sfide che ci attendono, sappiamo benissimo che avere soltanto la sfida della donna non è sufficiente, abbiamo avuto una pessima sindaca donna, che è stata nemica delle donne. Abbiamo bisogno di una sfida collettiva. Non possiamo schiacciare la discussione su Calenda o Gualtieri".

Intervista di Stefania Cuccato

Montaggio di Carla Brandolini

Immagini askanews

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