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Sabato, 20 Aprile 2024

Mater Olbia: parte nuovo piano investimenti da 200mila euro

Con un occhio puntato al "turismo" sanitario

Roma, 12 mag. (askanews) - Sette piani e 242 posti letto, 50 dei quali a pagamento, con un blocco distaccato destinato alla radioterapia, circa 350 dipendenti (ma presto saranno 500) nel settore sanitario. Oltre 53mila pazienti assistiti ad oggi nel solo 2020 , con una pandemia in corso, 3.400 ricoveri e 41mila prestazioni ambulatoriali erogate in convenzione.

Sono i numeri del Mater Olbia, ospedale privato convenzionato nel nord della Sardegna. Acquisito nel 2015 da Qatar Foundation Endowment , è stato oggetto d'ingenti interventi strutturali e tecnologici nel nome della sostenibilità, in termini di risparmio energetico e utilizzo di energia solare, di ottimizzazione dei consumi e di scelta dei materiali. Oggi, certificato "ospedale verde" è punto di riferimento nell'isola per numerose patologie e per la ricerca, grazie anche alla partnership con la Fondazione Policlinico Gemelli.

Lucio Rispo, amministratore delegato di SHRP, il braccio operativo QFE in Italia , è il responsabile di ogni operazione collegata alla struttura:

"Il Mater Olbia è un ospedale privato accreditato con il servizio sanitario regionale, quindi fa parte a tutti gli effetti della rete sanitaria regionale ( out 0.36). (IN:1.44) Abbiamo investito moltissimo nella tecnologia per supportare un livello di servizio che dei medici bravissimi oggi riescono ad esprimere. C'è una tecnologia di assoluta avanguardia mondiale per tutto quello che riguarda la radioterapia ma anche per la neurochirurgia".

E oggi sta partendo un nuovo piano triennale che prevede investimenti per 200 milioni di euro.

"Ad oggi contando tutto quello che abbiamo speso siamo all'incirca sui 300 milioni di euro, ma il bilancio è sicuramente positivo, il punto più importante per noi è l'assoluta soddisfazione degli utenti. Senza tener conto del fatto che abbiamo dato un grosso contributo alla sanità regionale nel tempo della pandemia contribuendo a curare e gestire il flusso degli ammalati di covid. Anche qui con una tecnologia di assoluta avanguardia con delle stanze a pressione negativa e con tutta una serie di accorgimenti che rendono veramente molto difficile, se non impossibile, la propagazione del virus. Ma a parte questo, i numeri in costante crescita delle persone che scelgono il Mater per essere curate - e stiamo parlando di di migliaia di persone - essere riusciti a rispondere a quella che era la carenza cronica del nord della Sardegna di disponibilità dei posti letto per ammalti e riuscire ad incidere sulla mobilità passiva che vuol dire negare il diritto alla salute, tutto questo ci fa dire che il bilancio è sicuramente positivo.

"Il disegno del Mater è stato fatto a quattro mani: da una parte il nostro partner scientifico, che è il Policlinico Gemelli un fondazione che insieme all'Università Cattolica riesce ad esprimere una qualità assoluta nell'ambito delle scienze mediche e non solo, dall'altra insieme alla Regione autonoma della Sardegna si è verificato quelle che erano le necessità e su questo è stata disegnata la configurazione dell'ospedale tenendo anche conto dell'impegno specifico di Qatar Foundation nella ricerca medica nell'ambito della malattie rare: abbiamo un centro di competenza assoluta per i bambini che nascono con diverse abilità che si chiama Shafallah, dal nome di un fiore che nasce nel deserto, perché tutti i bimbi meno fortunati devono essere visti come fiori che riescono a vivere anche nel deserto e come tali vanno trattati".

Il quinto piano dell'ospedale è stato dedicato ai pazienti solventi con l'obiettivo di accogliere persone provenienti da altre regioni e da altri paesi . Per favorire questo processo sono stati progettati anche alberghi e un sistema di tour operator. Un vero e proprio Piano per il turismo sanitario.

"Il Mater Olbia è un piccolo tassello di un disegno molto più grande che guarda all'abbattimento della mobilità passiva, al turismo sanitario, cercare di dare una risposta a tutte le persone che vanno all'estero in cerca di cure".

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