Moas, l'Ong sotto accusa fa parlare i numeri: "In 2 anni 35mila salvataggi"
Christina Ramm-Ericson, rappresentante dell'Organizzazione "Migrant Offshore Aid Station" (Moas) è stata audita in comitato Schengen in merito ai presunti rapporti con i trafficanti di esseri umani: "Mai ricevuto finanziamenti da Soros"
Dopo l'approdo al porto di Catania della nave "Prudence" di Medici senza frontiere, con i cadaveri di cinque giovani donne e un uomo, sempre nel porto etneo, è previsto l'arrivo della nave "Phoenix" di Moas, con 394 migranti soccorsi nel Mediterraneo centrale. A bordo anche la salma di un ragazzo trovato morto su un gommone.
"Le operazioni di soccorso di ieri - spiega il Moas - sono state svolte sotto il coordinamento del Mrcc della Guardia costiera di Roma e hanno visto la collaborazione di diverse Ong presenti nell'area".
"Dall'inizio della nostra missione abbiamo soccorso 35mila persone - ha affermato Christina Ramm-Ericson, rappresentante dell'Organizzazione "Migrant Offshore Aid Station" (Moas), in audizione nel comitato Schengen - Siamo consapevoli che la ricerca e soccorso non siano la soluzione alla migrazione. Moas - ha spiegato - è stata fondata nel 2014, siamo la prima associazione della società civile. Quando è stata lanciata Moas l'unica altra organizzazione era Mare Nostrum. Abbiamo a bordo delle nostre imbarcazioni dei equipaggi specializzati che ci hanno fatto superare in ogni porto ispezioni di ogni genere".
"Nego categoricamente che ci siano contatti con le reti di trafficanti o contatti con altri individui coinvolti" in traffici illegali in Libia"