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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Nel Policlinico del Celio, dove è stata isolata variante inglese

Viaggio nell'hub medico della Difesa contro il Covid

Roma, 21 dic. (askanews) - Arrivano a processare fino a 3mila tamponi al giorno, provenienti da Drive Through e da unità mobili. E' l'attività incessante del Dipartimento Scientifico del Policlinico Militare di Roma "Celio", polo di studio, ricerca e analisi, un'eccellenza in tutta Italia. E' qui che è stata isolata in Italia la variante inglese del virus del Covid-19.

La Difesa gioco un ruolo di primo piano nella lotta al Covid, grazie all'Operazione Igea, dove sono impiegati 422 sanitari interforze distribuiti su tutto il territorio nazionale nei 144 Drive Trough Difesa che finora hanno eseguito oltre 310mila tamponi.

A gestire le operazioni della sanità dell'Esercito, su indicazioni del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, sotto il coordinamento dello Stato Maggiore della Difesa e dello Stato Maggiore dell'Esercito, è il Comando Logistico dell'Esercito.

Il colonnello Florigio Lista, capo dipartimento scientifico Policlinico Militare di Roma: "Il dipartimento scientifico si è completamente ricondizionato già dall'inizio dell'anno quando ancora non si poteva presagire la gravità della situazione sulla diagnostica del molecolare del Covid e sul sequenziamento dei genomi virali. Attività per la quale avevamo già avuto esperienze nei 15 anni precedenti con altri virus rari. Abbiamo potuto mettere a punto un laboratorio che è cresciuto: da una cinquantina di tamponi all'inizio, oggi siamo arrivati intorno ai 1600 tamponi al giorno".

Un numero che, con i laboratori mobili in Italia e all'estero, si attesta intorno ai tremila tamponi al giorno processati.

Il capitano medico Valentina Di Nitto, cardiochirurgo in servizio presso l'Unità funzionale emergenza sanitaria 1 del Policlinico Militare, è stata tra le prime ad essere inviata sul campo nella zona rossa i primi di marzo.

Spiega come è la situazione Covid al Celio: "Ora la situazione si è spostata da una fase 1 in cui siamo stati inviati in Nord Italia, nella cosiddetta zona rossa, a una fase 2 di riferimento per pazienti in strutture che sono state organizzate immediatamente. Il numerico dei pazienti è ancora alto, si è abbassato il rapporto tra pazienti positivi e gli ospedalizzati. In questo momento al Celio siamo divisi in due subintensità per una degenza ordinaria di 100 posti letto, aumentabile fino a 150 con la terapia intensiva, modulabili a seconda dell'esigenza".

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