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Venerdì, 19 Aprile 2024

Prezzo del petrolio a picco, chi vende lo fa in perdita

Pochi vantaggi per i consumatori, borse in difficoltà

Milano, 22 apr. (askanews) - Vale meno dell'acqua o della carta igienica, quello che fino a pochi anni fa era uno dei beni più preziosi sui mercati internazionali ora ha addirittura un prezzo negativo. Le vendite dei contratti futuri con consegna a maggio hanno registrato per la prima volta un picco sotto zero a causa del crollo dei consumi dovuto all'emergenza coronavirus. Chi vende, insomma, lo fa in perdita visto che i titoli per gli scambi di petrolio statunitense (Wti) hanno raggiunto un picco negativo di -37,63 dollari al barile con un calo di oltre il 305%. A nulla sembra servito l'annuncio fatto da Trump aver aggiunto altri 75 milioni di barili alle proprie riserve strategiche nazionali. Non va molto meglio con il Brent, il petrolio europeo, che si attesta a 16,30 dollari al barile registrando un -15,7%. Questi dati trascinano in negativo le borse mondiali già messe a durissima prova dalla crisi legata dalla pandemia.

Questo crollo dei prezzi del greggio è dovuto allo squilibrio tra domanda e offerta, dovuto al fatto che i paesi produttori, in primis Russia e Arabia Saudita, si sono accordati per un taglio della produzione troppo tardi e non sufficiente, provocando un surplus di produzione, problemi nei centri di stoccaggio ormai pieni e crollo dei prezzi.

Con questi cali ci si aspetterebbe una significativa diminuzione della benzina, ma in Italia il costo alla pompa è sceso di poco, visto che il prezzo è determinato in gran parte da accise e tasse che non risentono delle variazioni della materia prima. Una riduzione invece si avrà sul prezzo del gas, ma considerando che ormai i riscaldamenti sono spenti, il risparmio sarà anche in questo caso relativo.

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