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Venerdì, 19 Aprile 2024

Scuola, Radioimmaginaria: perché fare i test di ingresso?

"La scuola non è selezione ma inclusione"

Milano, 25 gen. (askanews) - I ragazzi di Radioimmaginaria, il network europeo degli adolescenti dagli 11 ai 17 anni, hanno chiesto l'opinione dei loro coetanei sui test ingresso e la media dei voti adottati da alcune scuole per potere essere ammessi e per capire l'impatto che questi parametri hanno su di loro si sono rivolti a una psicologa e a un insegnante, rivolgendo un appello anche alla ministra Lucia Azzolina.

Alla mezzanotte di lunedì 25 gennaio 2021 scadono i termini di iscrizione alla scuola superiore per oltre mezzo milione di ragazzi italiani e Radioimmaginaria ha chiesto a coetanei, docenti e psicologi un parere sugli istituti che fanno i test d'ingresso e richiedono una media di voti alta.

Molti adolescenti pensano che a 14 anni i ragazzi non possono essere sottoposti allo stress che comporta un test d'ingresso o all'avere una media di voti molto alta, perché se lo studio è un diritto non ci devono essere vincoli di selezione. Seppur in minima parte, altri credono che questo possa essere un metodo valido per dare la possibilità di entrare a chi davvero si è dimostrato preparato e meritevole.

Per Francesca Taibbi, psicologa scolastica del Liceo Brera di Milano, "una scuola che fa test di selezione dà priorità e importanza alla prestazione sacrificando l inclusione di tutti i ragazzi che, non avendo passato il test, si vedranno privati della possibilità di studiare in quel determinato istituto".

"La scuola superiore - ha detto Antonella Cosentino, docente di italiano e latino al Liceo Giordano Bruno di Budrio (BO) - è ancora una scuola di formazione e non di selezione, e non deve venire meno al dettato della nostra costituzione secondo cui la scuola deve appianare le differenze e non accentuarle".

Per avere un punto di vista diverso i ragazzi di Radioimmaginaria hanno contattato anche la dirigente e alcuni docenti de "La Manzoni" di Milano, scuola che prevede i test d'ingresso.

"Nessuno - dicono i ragazzi - ha risposto alla nostra richiesta di intervista ma ci interessa molto il loro parere e siamo comunque pronti ad ascoltarli in qualsiasi momento e ci piacerebbe parlarne anche con il ministro dell'istruzione Lucia Azzolina".

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