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Giovedì, 18 Aprile 2024

Stakeholder agricoli: tutelare il prodotto italiano

Confagricoltura e Federvini lo chiedono alla politica

Roma, 22 set. (askanews) - Infrastrutture digitali, semplificazione burocratica, tutela del prodotto italiano sono le priorità indicate alla politica da due grandi stakeholder del settore agricolo italiano - Confagricoltura e Federvini - in ottica PNRR. Lo hanno ribadito questa mattina Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, e Micaela Pallini, presidente di Federvini, ospiti della trasmissione "Largo Chigi, Vista sulla politica", il format di The Watcher Post in diretta dagli Utopia Studios.

Il presidente della Commissione Agricoltura della Camera Filippo Gallinella, anche lui presente in trasmissione, dal canto suo ha sottolineato l'importanza dell'approvvigionamento delle materie prime e dell'energia: "La scommessa che ora la politica deve fare, e tutti noi siamo impegnati su questo, è essere resilienti. Perché ora abbiamo avuto lo shock pandemico, ci sono continui shock climatici e un paese che come l'Italia è fortemente legata alle importazioni di materie prime ed energia da fuori, deve forse fare una politica, e ci si sta ragionando, per essere meno dipendenti sotto tanti aspetti. Nessuno pensa all'autarchia, ma il tema è che fare energia da noi, usare le rinnovabili, chiaramente potrebbe abbassare i costi produttivi".

L'altro tema trattato nella trasmissione è stato quello della tutela della dieta mediterranea rispetto al progetto Nutriscore per l'educazione al consumo di alcol, in discussione presso l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Ha spiegato Giansanti: "Io penso che la grande campagna del Nutriscore nasconda effettivamente quello che è il grande rischio concreto in futuro nel settore dell'agroalimentare: la contrapposizione tra i cibi sintetici e i cibi naturali. Questa è la grande battaglia che in qualche modo sottintende e nasconde il Nutriscore. Nasconde sostanzialmente grandi interessi economici-finanziari che sono dietro la standardizzazione dei modelli produttivi".

Questo progetto non tiene conto, ha chiarito dal canto suo Pallini, delle specificità territoriali e culturali legate, per esempio, al consumo dell'alcol: "Non si distingue più tra un abuso, tra un consumo smodato e sbagliato e un consumo più sociale, più conviviale come quello che è tipico dei nostri paesi del Sud, in particolare dell'Italia, ma si fa una lotta al consumo tout court. Noi che siamo i maggiori produttori al mondo rischiamo di pagare un peso per un consumo che noi non abbiamo. Invece di educare il resto del mondo, vogliamo impedire".

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