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Venerdì, 19 Aprile 2024

Tenchini (Sharp): le persone al centro del lavoro che cambia

"Aziende dovranno rivedere spazi, processi e ambienti di lavoro"

Roma, 20 dic. (askanews) - Le tecnologie cambiano rapidamente e hanno un forte impatto sul lavoro ma l'aspetto più importante restano le persone. Saranno quindi i nativi digitali con le loro visioni e aspirazioni a definire la cultura del lavoro nei prossimi anni. Lo spiega in un'intervista ad Askanews il direttore marketing e comunicazione di Sharp Italia, Carlo Alberto Tenchini.

Sharp è un azienda dedicata all innovazione e allora come sta cambiando il lavoro?

"Noi siamo partiti da quello che facciamo di mestiere, introdurre innovazione negli ambienti di lavoro. Tecnologie sistemi e servizi. E ci siamo resi conto che questo è un momento molto particolare della storia umana, è un momento dove i cambi sono molto veloci, il cambiamento è molto più veloce che in passato. Mercati economie e tecnologie cambiamo in modo esponenziale. Il problema è che le persone non apprendono e non cambiano in maniera esponenziale ma in maniera lineare. Quindi ci siamo messi a capire quale è la relazione di interdipendenza tra persone, tecnologie e spazi per quello che deve essere l ambiente di lavoro".

Quali sono i risultati che avete trovato. Il lavoro, diceva, cambia anche come spazi, come percezione delle persone. In che senso?

"Il punto di partenza da cui siamo partiti è il nostro mestiere quello delle tecnologie ci siamo resi conto invece che l aspetto più importante è quello delle persone. Avremo entro il 2025 il 75% della forza lavoro che saranno i famosi nativi digitali. C è chi parla di millenials, a me queste categorizzazioni risultano un po complesse, preferisco dire che c è chi ha visto l analogico e chi invece non lo ha visto. I ragazzi che sono chiamati i nativi digitali costituiranno fra poco più di 5 anni il 75% della forza lavoro. Quindi saranno le loro aspirazioni le loro visioni del lavoro, il loro rapporto con la tecnologia che definiranno quale sarà la cultura del lavoro. E sarà molto diversa da quella di oggi".

Voi avete preso delle iniziative, avete realizzato uno studio, quali sono i risultati principali che avete trovato?

"Lo studio è stato fatto su quattro pilastri: una ricerca scientifica, è stata fatta poi un analisi sui big data su quello che è il parlato social relativamente a questo argomento, in più è stato fatto un workshop dove persone dell azienda Sharp, a livello internazionale, si sono confrontate per una sttimana con questi ragazzi, nativi digitali. Il risultato è fondamente la necessità per le aziende di acquisire e soprattutto trattenere questi talenti per il futuro. E per farlo dovranno rivedere completamente quelli che sono gli spazi, i processi, le metodologie applicate nell ambiente di lavoro. Sono uscite cose molto interessanti tra cui il ruolo di quello che sarà il leader. Il leader nel futuro viene visto come qualcuno, il coach, che accompagna il giovane nel suo percorso e sta riapparendo la figura del maestro, la persona che è un punto di riferimento. Poi naturalmente anche i luoghi di lavoro dovranno essere totalmente rivisti. Oggi di parla di smart working, di lavoro da remoto e cosa vuol dire? Vuol dire allontanare le persone o trattenerle in azienda? Fondamentalmente emerge che sì, ci vuole flessibilità e possibilità di lavorare da remoto, ma servono degli spazi di interazione che possono essere fisici o virtuali. Quindi luoghi di aggregazione nelle aziende, caffetterie, sale relax, sale incontro ma anche tecnologie che rendano facile interagire tra le persone anche se sono molto lontane".

Sharop ha anche avviato un iniziativa con la Cà Foscari e varie altre iniziative che vogliono collegare la managerialità al percorso formativo.

"Un altro aspetto che emerso, importantissimo, è la necessità per le persone di continuamente formarsi o accrescere le proprie competenze o acquisire competenze nuove. Abbiamo voluto creare degli ambienti reali perché la ricerca è una cosa, la sperimentazione è una cosa ma la realtà è ancora più importante, e quindi creare degli ambienti reali dove sperimentare le nostre tecnologie e queste visioni che abbiamo del lavoro. Abbiamo creato con Cà Foscari un innovation hub che è un luogo d incontro tra l impresa e l università, quindi docenti e studenti, dove abbiamo inserito le nostre tecnologie e vengono utilizzate da ragazzi ed adulti in un ottica collaborativa e innovativa. L innovation hub di Cà Foscari è una porta aperta anche sul mondo dell Oriente che oggi è un mondo che spinge come crescita ed è un posto assolutamente innovativo dove fare sperimentazione reale di questi concetti".

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