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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Turchia, Abir salvata dopo 180 ore. "Il suo cuore si era fermato"

Il racconto del medico che l'ha soccorsa: un miracolo sia viva

Roma, 14 feb. (askanews) - "È un miracolo che sia viva", racconta Mujdat Okenek, medico d'urgenza che ha prestato soccorso ad Abir, 25 anni, estratta viva dalle macerie dopo 180 nella provincia di Hatay, in Turchia, una delle più devastate dal terremoto.

Quando è stata tirata fuori era in condizioni critiche. "Aveva uno pneumotorace - racconta il medico - le abbiamo applicato un tubo toracico, abbiamo eseguito una rapida ecografia e le abbiamo messo un catetere cardiaco. Per due volte il suo cuore si è fermato; l'abbiamo rianimata. Poi ha avuto una fibrillazione ventricolare. Abbiamo fatto tutto secondo le regole. E dopo un'ora e mezza è sopravvissuta. L'abbiamo mandata in elicottero in un ospedale vicino".

La donna ora è in un ospedale da campo ad Antiochia dove arrivano le persone rimaste sepolte per giorni sotto gli edifici crollati, al freddo.

"È un miracolo raggiungere un paziente vivo sotto le macerie - racconta Yilmaz Aydin, altro medico d'emergenza - il primo che abbiamo soccorso al mattino stava bene in generale, ma i 3-4 che sono arrivati dopo erano in condizioni critiche. D'ora in poi le persone saranno probabilmente in condizioni sempre più critiche. La maggior parte di coloro che verranno estratti dalle macerie d'ora in avanti avranno probabilmente bisogno di supporto vitale d'emergenza".

Solo in Turchia i morti sono saliti a quasi 32mila, sommati a quelli della Siria il bilancio del sisma supera i 40mila.

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