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Venerdì, 29 Marzo 2024

Vescovo Mazara: fine di un incubo, diplomazia ha dato suoi frutti

"Non è più il tempo delle polemiche ma della gioia"

Roma, 17 dic. (askanews) - Soddisfazione e gioia per la liberazione dei pescatori italiani tenuti in ostaggio per 108 giorni in Libia, viene espressa da monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo.

"È una giornata importante perché è la giornata che segna la fine di un incubo, sono finiti 108 giorni di prigionia. È finito il dolore, la sofferenza, l'ansia, la rabbia di tanti familiari che non riuscivano a darsi una ragione di una prigionia incredibile. Una figlia mi ha raccontato che il padre per 60 anni non ha mai sfiorato un carcere, adesso si trova in galera per motivi di lavoro. Qui è riassunto il senso di una vicenda incredibile".

I pescatori faranno finalmente ritorno a casa sabato 19 dicembre: "Sono più di 400 miglia, se partono in serata si prevede che possano arrivare nella serata di sabato. Noi ci saremo, non può essere un approdo in solitario, perché è un momento così desiderato e ci saremo, a qualunque ora arriveranno".

Il vescovo dice stop alle polemiche per i ritardi nella liberazione: oggi è un giorno di festa. "In questi giorni c'è stata indignazione e rabbia contro il governo perché il silenzio delle autorità e la lunghezza della prigionia avevano portato a pensare che ci fosse indifferenza o indolenza. Ma in effetti la trattativa diplomatica che ha i suoi tempi ha portato il frutto improvviso, la conclusione di un lavorio intenso, lungo e paziente con una tessitura ai più alti livelli. Certo il passare dei giorni attenuava la fiducia nel governo ma bisognava dar credito e il credito dato non è stato mal riposto". "Non è più il tempo delle polemiche né delle rivendicazioni; è il tempo di godersi questa gioia grande. Perché questi uomini che hanno patito il carcere per 108 giorni finalmente hanno riacquistato la libertà e potranno ritornare fra i loro cari".

La liberazione frutto di accordi con il governo libico? "Non sappiamo, difficilmente conosceremo la realtà delle cose ma ritengo che la visita ad Haftar di Conte e Di Maio sia un gesto di rispetto e di riconoscimento ce credo sia stato un gesto importante nella svolta importante della trattativa".

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