"Rendere cani e gatti vegani per salvare il clima"
Uno studio australiano rivela che se cani e gatti di tutto il mondo eliminassero la carne dalla propria dieta si eviterebbero ogni anno emissioni comparabili a quella di Israele e del Regno Unito
L’industria della carne è una delle più inquinanti al mondo: ogni anno, gli allevamenti di bestiame producono 7,1 gigatonnellate di gas serra, pari al 14,5% di tutte le emissioni di gas serra derivanti dalle attività umane. Ridurre il consumo procapite di carne è indicato da tempo come una priorità, per tentare di limitare le emissioni, e quindi gli effetti del riscaldamento globale nei prossimi decenni. Ma c’è un altro ambito in cui si potrebbe agire: quello degli animali da compagnia. Anche cani e gatti, d’altronde, mangiano carne, e a detta di uno studio appena pubblicato sulla rivista Plos One, se tutti gli animali che abitano nelle nostre case passassero a una dieta vegana i benefici per l’ambiente sarebbero notevoli.
Come fare però a instradare cani e gatti al veganesimo, se in natura si tratta di animali carnivori (obbligati, nel caso dei gatti, e facoltativi, cioè potenzialmente onnivori, parlando di cani)? A detta degli autori dello studio – un team di ricercatori della Griffith University – le evidenze scientifiche raccolte negli ultimi anni dimostrerebbero che un’alimentazione basata unicamente su cibi di origine vegetale non è dannosa per questi animali, e può persino risultare benefica, a patto ovviamente di utilizzare prodotti con un contenuto ben bilanciato di micro e macro nutrienti.
Posto quindi che l’adozione di una dieta vegana non dovrebbe essere dannosa per i nostri amici a quattro zampe, i ricercatori hanno deciso di verificare che impatto potrebbe avere nel caso in cui tutti gli animali da compagnia degli Stati Uniti, o addirittura tutti quelli del mondo, modificassero in questo senso le proprie abitudini alimentari.
Le loro proiezioni parlano di circa 2 miliardi di animali da allevamento mandati al macello in meno nel caso in cui tutti i cani e i gatti di casa americani smettessero di mangiare carne, e quasi sette miliardi se lo stesso avvenisse su scala planetaria. In termini di inquinamento, gli effetti sarebbero concreti sia sul piano delle emissioni, sia rispetto al consumo di acqua e di suolo: parlando di cani, l’adozione globale del veganesimo produrrebbe una riduzione delle emissioni di gas serra pari alla quantità prodotta ogni anno dal Regno Unito, e libererebbe una quantità di suolo superiore per area a quella dell’Arabia Saudita; i gatti vegani, dal canto loro, ridurrebbero le emissioni globali di una quantità pari a quella prodotta da Israele, e libererebbero un’area di suolo comprabile per dimensione alla Germania.
“Lo studio dimostra che l’adozione di una dieta vegana ha effetti benefici per l’ambiente non solo nel caso dell’uomo, ma anche se a farlo sono cani e gatti”, scrivono gli autori nello studio. “Per garantire la loro salute, però, è fondamentale che i proprietari utilizzino solamente cibo per animali certificato come nutrizionalmente completo, prodotto da aziende con una buona reputazione e seguendo standard di alto livello”.