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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il casus belli

Cos'è questa storia del parmigiano inventato in America

Dal Financial Times arriva un attacco surreale ai piatti simbolo della cucina italiana

L'intervista rilasciata al Financial Times dal presidente del corso di laurea in Economia e management dell'Università di Parma Alberto Grandi in cui ha scardinato alcuni miti della tradizione della cucina italiana ha fatto - ovviamente - discutere. Dal panettone al tiramisù, dalla carbonara al Parmigiano, passando anche per la pizza, secondo Grandi dobbiamo rivedere tutto quello che pensavamo di sapere sulla storia del Made in Italy. Apriti cielo. Suono suonate tutte le campane di allarme come se gli Stati Uniti avessero rubato il Santo Graal. La Coldiretti parla di un "attacco surreale" portato dal quotidiano economico-finanziario britannico sulla cucina italiana.

Ma cosa c'è scritto di così dirompente? Grandi spiega che il Parmigiano "originario" è possibile trovarlo solamente nel Wisconsin: prima degli anni Sessanta, le forme di Parmigiano pesavano solo 10 kg e la crosta era nera. Anche la sua consistenza era diversa: era un formaggio più grasso e morbido. Secondo Grandi il Parmigiano è arrivato negli USa grazie agli immigrati italiani a inizio del XX secolo e qui la ricetta è rimasta quella stessa delle origini mentre in Italia la ricetta nel corso del tempo è stata progressivamente modificata fino a ottenere il Parmigiano che oggi conosciamo tutti, quello a pasta dura, con crosta chiara e forme giganti.

Altra "bomba" quella sulla Carbonara "americana", ovvero nato in Italia. "Prima della Seconda Guerra Mondiale in Italia non c’era traccia della carbonara" spiega Grandi che ha chiesto un parere anche al nonno di un suo amico romano. Il 97enne ha spiegato che ricorda che da piccolo mangiava solitamente minestra, fagioli e verdure dell’orto. Una volta all’anno mangiavano l’amatriciana, ma solo se potevano permettersi di macellare il maiale. Secondo gli storici, la prima carbonara della storia fu quella realizzata dallo chef Renato Gualandi nel 1944, durante una cena organizzata a Riccione per festeggiare l’esercito americano. Lo chef aveva spiegato che gli americani avevano portato con loro una buonissima pancetta, panna, formaggio e tuorli d’uovo in polvere. Da lì nacque la carbonara.

Altro che piatto "americano" la pizza che secondo Grandi era un piatto mangiato dai poveri negli USA che qui iniziarono a mangiarla da seduti. Grandi rivisita pure il Penettone che prima del ventesimo "era solamente una focaccia sottile e dura infarcita di uvetta, mangiato dai poveri senza alcun collegamento col Natale". Mentre il panettone attuale sarebbe frutto di un’invenzione industriale degli anni Venti di Angelo Motta.

Ultimo affronto al tiramisù: nonostante diverse città e anche regioni litighino continuamente su dove sia nato questo dolce, ecco che Grandi ci spiega che la ricetta del tiramisù ha fatto la sua comparsa sui libri di cucina per la prima volta solamente negli anni Ottanta. Inoltre in quel periodo il mascarpone, l’ingrediente base, era assai difficile da trovare al di fuori di Milano.

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