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Domenica, 28 Aprile 2024
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Il buco dell'ozono si sta chiudendo

Secondo un rapporto dell'Onu entro il 2040 lo strato di ozono dovrebbe "guarire" quasi dappertutto (fatta eccezione per i poli). Il protocollo di Montreal ha funzionato: "Un precedente anche per il clima"

Lo strato protettivo di ozono sta guarendo e secondo un nuovo rapporto delle Nazioni Unite il buco si chiuderà tra poco più di tre lustri (fatta eccezione per i poli). A oltre 35 anni dalla sigla del protocollo di Montreal, dove 192 nazioni concordarono di abbandonare la produzione delle sostanze chimiche che intaccano l'ozonosfera dell’atmosfera terrestre, il così detto "buco dell'ozono" a la riduzione dell'ozonosfera  si avviano ad essere fenomeni che preoccupano sempre meno gli scienziati. 

Lo strato di ozono presente nella stratosfera è infatti vitale per gli esseri umani dal momento che scherma la luce ultravioletta proteggendoci dalle radiazioni. Nel 1987 è stato firmato il protocollo di Montreal, un accordo internazionale per eliminare gradualmente la produzione industriale di clorofluorocarburi, ovvero di quei prodotti chimici che aiutano a innescare la distruzione dell'ozono stratosferico.

Dallo studio emerge che l’accordo sta dando i suoi frutti. Stando alle previsioni del rapporto pubblicato dallo United Nations Environment Programme's Ozone Secretariat, il buco nell'ozono dovrebbe chiudersi nel 2040 su scala globale, nel 2045 sull'Artico e per il 2066 nell'Antartico. Gli impegni presi con il protocollo di Montreal sono serviti anche a evitare un aumento delle temperature globali stimato tra 0,5 e 1 grado Celsius. I Cfc sono infatti anche gas serra e il loro uso continuato e incontrollato avrebbe innalzato le temperature globali di ben 1°C entro la metà del secolo. 

Tuttavia la stessa analisi dell'Onu rileva che se l'ozono nelle fasce più alti della stratosfera sta continuando a migliorare, quello nelle fasce più basse non ha finora mostrato segni di recupero. Il rapporto rileva che bisogna continuare a investigare per capire queste discrepanze. Ma questa volta il bicchiere è mezzo pieno. Petteri Taalas, segretario generale dell'Organizzazione meteorologica mondiale, ha detto che quanto sta avvenendo per l'ozono costituisce un precedente anche per il clima. "Il nostro successo nell'eliminare gradualmente le sostanze chimiche che consumano ozono - ha dichiarato Taalas - ci mostra cosa si può e si deve fare con urgenza per abbandonare i combustibili fossili, ridurre i gas serra e quindi limitare l'aumento della temperatura".

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