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Lunedì, 29 Aprile 2024
Nuova vita / Verbano-Cusio-Ossola

Il pitbull Aci è salvo: il Comune voleva sopprimerlo perché "pericoloso"

Il cane, che il l'amministrazione di Verbania intendeva sopprimere in mancanza di una soluzione alternativa alla custodia, è stato trasferito in una struttura in provincia di Torino, dove seguirà un percorso rieducativo

Una nuova vita per Aci. Il pitbull di quattro anni che il Comune di Verbania voleva sopprimere perché considerato "pericoloso", in mancanza di una soluzione alternativa alla custodia, avrà salva la vita. Dall'inizio dell'anno l'Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), tramite il proprio Ufficio legale, si era battuta per evitare la morte del cane, inviando due diffide al Comune piemontese con la richiesta di non procedere alla soppressione dell’animale.

Adesso è arrivato il, lieto fine: Aci è salvo ed è stato trasferito in una struttura a Cumiana, in provincia di Torino, dove sta seguendo un percorso di rieducazione affiancato da un’equipe composta da un veterinario comportamentalista, da un valutatore e da un addestratore cinofilo. Aci ora è atteso da una nuova occasione, come sottolineato dall'avvocatoo Claudia Taccani, responsabile dell’Ufficio legale dell’Oipa: "Aci sta seguendo un percorso educativo con un professionista che con competenza, passione e amore sta ottenendo ottimi risultati e conquistando la fiducia del cane. Aci è seguito anche dall’associazione Amici degli Animali, che sin dall’inizio ha contribuito a salvarlo e che sta sostenendo le spese".

Ad Aci, grazie alla mobilitazione delle due associazioni, è stata data la possibilità di una nuova vita e di un lieto fine. Scampato alla morte per eutanasia, speriamo di poter presto vedere la fine definitiva di questa triste vicenda. Una vicenda conseguente anche alla totale mancanza di una normativa a tutela di cani di un certo tipo acquistati o adottati da soggetti inidonei e, spesso, abbandonati nei canili.

"Aci era colpevole di un solo episodio accertato di aggressività nei confronti dell’ormai ex proprietario e non si conosce l’effettiva dinamica dei fatti e delle motivazioni che avrebbero scatenato la reazione del cane - conclude l’avvocato Claudia Taccani - Dalla documentazione che abbiamo ottenuto con l’accesso agli atti non sono emerse prove fattuali riguardo l’aggressività incontrollata del cane tali da giustificare la necessità di eseguire l’eutanasia".

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