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Lunedì, 29 Aprile 2024
Animali a rischio

Oggi è la giornata mondiale dell’orso polare

Come ogni anno il 27 gennaio è dedicato alla conservazione degli orsi polari, i più grandi carnivori terrestri, la cui sopravvivenza è messa a rischio dallo scioglimento dei ghiacci artici causata dai cambiamenti climatici

È il più grande carnivoro terrestre del mondo. Ma persino un animale che può raggiungere i due metri e mezzo di lunghezza per 600 chili di peso non può nulla contro i cambiamenti climatici. L’orso polare (Ursus maritimus) rischia di sparire dalla faccia del pianeta, a causa delle temperature in costante aumento che erodono il suo habitat ghiacciato. E ironia della sorte, gli unici che possono salvarlo siamo proprio noi esseri umani, gli stessi che hanno innescato il riscaldamento globale che lo minaccia. A lanciare l’allarme è il WWF, in occasione della giornata mondiale dell’orso polare che si celebra, come ogni anno, il 27 febbraio.

Pur se non sono certo gli unici animali che rischiano l’estinzione a causa nostro, ricorda il WWF, gli orsi polari sono assurti a specie simbolo degli effetti catastrofici dei cambiamenti climatici indotti dalle attività umane. E per una buona ragione: l’artico che chiamano casa si sta riscaldando con un ritmo tre volte superiore a quello di qualunque altra parte del pianeta, e la copertura della calotta polare si riduce in media del 13% ogni dieci anni. Negli ultimi 40 anni è sparita una superficie di ghiaccio marino paragonabile per dimensione ad Alaska e California messe insieme, e secondo molti scienziati è molto probabile che entro il 2050 ci saranno estati artiche completamente prive di ghiaccio marino.

Cosa significa questo per gli orsi polari? È presto detto: questi animali hanno bisogno della calotta glaciale marina per riprodursi e per andare a caccia, e per questo, quando spariscono i ghiacci spariscono, purtroppo, anche gli orsi. Alcune ricerche hanno calcolato che con gli attuali trend di fusione delle calotte polari, in soli 35 anni rischiamo di perdere fino al 30% degli orsi polari rimanenti, che oggi si stima ammontino ad appena 22.000-31.000 individui.

La situazione è seria – assicura il WWF – e necessita di azioni immediate per evitare che precipiti. Come? Per prima cosa con le piccole, grandi, azioni che possiamo fare nel quotidiano, diminuendo i consumi di gas, e fare pressione su governi e aziende per puntare sempre più su energie da fonti rinnovabili, e azzerare le emissioni di CO2 provocate dall’uso di combustibili fossili.  

Per chi è interessato a fare di più, è possibile sostenere le campagne lanciate da organizzazioni come il WWF per difendere in moto più diretto la sopravvivenza degli orsi polari, una delle cosiddette “specie ombrello”, proteggendo le quali si produce un effetto positivo su tutto il loro habitat. Tra i progetti del WWF possiamo ricordare “Last Ice Area”, che riguarda una delle zone meglio conservate dell’Artico a cavallo tra Canada e Groenlandia, e ha l’obiettivo di tutelare l’area per il benessere e la sopravvivenza degli orsi polari e delle altre specie artiche, costituendo un rifugio sicuro. In Groenlandia il WWF è impegnato anche per rendere i villaggi abitati meno attraenti per gli orsi, che vengono qui attirati soprattutto dal cibo, lavorando su ricerca e sviluppo di tecniche di prevenzione e di dissuasione. Per gli interessati, è possibile approfondire i progetti del WWF dedicato all’orso polare, e sostenerli, cliccando questo link.

Per chi capisce l’inglese è possibile anche seguire in diretta gli eventi organizzati da PolarBearsinternational, associazione no profit che ha istituito la giornata mondiale dell’orso polare, e che quest’anno ha deciso di dedicare la ricorrenza alla protezione delle orse e dei loro piccoli, che in questo periodo dell’anno sono rifugiati nelle loro tane sotto la neve, in una delle fasi più critiche per la sopravvivenza dei nuovi cuccioli.

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