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Sabato, 27 Aprile 2024
Il caso / Reggio Emilia

Luca Toni furioso per il divieto d'accesso al suo cane. Ma cosa dice la legge?

Sul punto fa chiarezza l'Unione nazionali consumatori. Innanzitutto bisogna distinguere tra "luoghi pubblici" e luoghi "aperti al pubblico"

Ha fatto il giro del web la lamentela avanzata da Luca Toni sul divieto di accesso al circolo "Onde Chiare" di Reggio Emilia imposto al suo cane, un golden retriever di nome Stella. "Ero venuto per vedere mio figlio giocare a calcio ma purtroppo non posso entrare perché sono con Stella, e purtroppo in questo circolo entra di tutto ma non i cani", aveva denunciato polemicamente l'ex campione del mondo.

Luca Toni, storia Instagram

"Subito ho creduto si trattasse di uno scherzo. Pensare che nel 2024 esistano ancora luoghi che non accettano i cani mi è sembrata una follia", ha commentato Luca Toni parlando al Resto del Carlino. "Comunque ho chiesto di parlare col direttore, intanto altri due genitori entrati prima di me con due cani di piccola taglia sono stati richiamati e invitati a uscire".

Cani nei luoghi pubblici, cosa dice la legge?

Sul punto fa chiarezza l'Unione nazionali consumatori. Innanzitutto, precisa l'associazione, bisogna distinguere tra "luoghi pubblici" - di proprietà dello Stato - e luoghi "aperti al pubblico", di proprietà privata e accessibili al pubblico secondo le regole di accesso e le limitazioni stabilite dal proprietario o gestore.

A livello nazionale, è il Regolamento di polizia veterinaria a disciplinare l'accesso dei cani nelle strutture aperte al pubblico. La norma generale prevede che i cani possono essere portati nei luoghi aperti al pubblico solo se sono tenuti al guinzaglio o se hanno la museruola. Sempre secondo il Regolamento di Polizia veterinaria, devono avere contemporaneamente sia il guinzaglio sia la museruola quando vengono portati sui mezzi di trasporto pubblici o in locali pubblici.

Oltre al regolamento di polizia veterinaria , esiste un "manuale della Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi)" riconosciuto dal ministero della Salute, che consente l’accesso ai cani nelle zone aperte al pubblico di bar e ristoranti, a condizione che siano muniti di guinzaglio e museruola.

Il gestore può decidere di negare l'accesso?

Tuttavia - precisa l'Unione consumatori - il gestore di una struttura aperta al pubblico può sempre decidere di non consentire l’accesso degli animali, "in forza del suo diritto di stabilire le regole di accesso a una proprietà privata, seppure aperta al pubblico".

I comuni possono decidere di imporre ai gestori di esercizi commerciali che vogliano esercitare il diritto di vietare ai cani l'accesso, di dover richiedere e un’autorizzazione, "che avalli tale divieto". In questo caso il gestore ha anche l'obbligo di esporre all'ingresso del suo locale - o circolo - un cartello che specifichi chiaramente che gli animali non sono ammessi.

Ma se il comune sceglie di non imporre ai gestori alcuna richiesta di autorizzazione, in teoria questi ultimi possono decidere di negare l'accesso ai cani ai propri locali. Per questo è opportuno informarsi sull’esistenza di specifici regolamenti locali e sulle politiche dello specifico esercizio.

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