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Sabato, 27 Aprile 2024
Errore di sistema

Pene da scontare all'estero, stop all'arresto preventivo: così il governo vuole svuotare le carceri

La clamorosa fuga di Natale dal carcere minorile Beccaria getta una luce sulla situazione carceraria italiana con istituti di pena sovraffollati e difficili soluzioni. Delmastro: "Troppi arresti senza processo"

Continuano le ricerche per rintracciare gli ultimi quattro dei sette giovani fuggiaschi che il pomeriggio di Natale sono evasi dall'istituto penitenziario minorile 'Cesare Beccaria', struttura persa nella brughiera alla periferia di Milano. All'appello mancano due maggiorenni di 19 e 18 anni e due minorenni, entrambi di 17 anni. Due dei tre rientranti sono stati convinti a costituirsi dalle rispettive famiglie, mentre un diciottenne è stato rintracciato dagli agenti del nucleo investigativo regionale lombardo della Polizia penitenziaria: era a casa della suocera.

Il sottosegretario alla Giustizia di Fratelli d'Italia, l'avvocato Andrea Delmastro, ha detto di aver chiesto al ministro degli esteri di impegnarsi affinché i detenuti stranieri scontino la pena nel paese di provenienza anche senza il consenso del detenuto. "Cosi avremmo già risolto il sovraffollamento. Se ci sono 19mila detenuti stranieri per 137 euro al giorno per 365 giorni, mandandoli nel Paese di provenienza io ogni anno ho trovato soldi per costruire nuove carceri" dice in un'intervista al Giornale in cui sostiene anche la necessità di dotare di taser gli agenti di polizia penitenziaria.

Eppure nessuno dei sette ragazzi evasi approfittando del giorno di festa di Natale, stava scontando una condanna definitiva, nessuno ha compiuto fatti di estrema violenza, si parla di furti e rapine. Uno è marocchino, uno ecuadoriano, gli altri sono lombardi, del Milanese, di Pavia e del Comasco.

Disordini e incendi appiccati al interno del carcere minorile Beccaria dopo la fuga di alcuni detenuti avvenuta nel pomeriggio. Sono quattro gli agenti di Polizia penitenziaria portati in ospedale dopo essere rim

Il problema nasce più dall'uso dell'istituto della custodia cautelare a volte anche a fini snaturati rispetto all'esigenza di sicurezza, ma per ottenere una confessione. "Va rivista - sottolinea il sottosegretario - prevedendo un intervento che renda meno discrezionale il ricorso agli arresti preventivi, ma rimaniamo contrari a ciò che prevedeva il referendum che evitava la custodia in caso di rischio reiterazione, che è invece l'unico modo per fermare spacciatori e stalker".

Intanto proseguono le indagini per cosa sia davvero successo nel carcere minorile. Secondo la testimonianza di Valeria Verdolini, responsabile per la Lombardia dell'associazione Antigone oltre all'evasione c'è stata anche una rivolta. "Leggo questa vicenda come una forma maldestra di richiesta di aiuto e di attenzione per una struttura che ha grossi problemi - spiega - È un istituto spoglio e i ragazzi all'interno erano 43 a fronte di una capienza di 31 posti. Veniva lamentato, non solo da parte dei ragazzi ma anche da parte degli operatori, una difficoltà nel funzionamento dell'istituto legata alla carenza di personale".

"Un istituto che offre progettualità è un istituto da cui le persone di solito non fuggono. Anche perché l'evasione è controproducente in una traiettoria penitenziaria. È vero, la pandemia ha avuto un impatto nocivo su tutti, ma negli istituti minorili si è vista una maggior sofferenza. In più al Beccaria c'è una carenza storica di organico, e la direzione dell'istituto è cambiata tre volte in un anno" spiega ancora la responsabile dell'associazione Antigone.

Daniela Caputo, segretario generale dell'Associazione Dirigenti e Funzionari di Polizia Penitenziaria punta il dito contro una anomalia del sistema penitenziario italiano, ovvero il fatto che fino a 25 anni, il giovane adulto rimane negli istituti minorili "con tutte le conseguenze che questo comporta - spiega a Radiocusano  - Quello che è successo a Milano, a Bologna e in altri istituti minorili è il segnale di un malessere che sfocia in queste azioni. Dopo l'evasione dei detenuti, gli altri hanno appiccato diversi incendi provocando oltre che i danni anche il pericolo di comunità per gli agenti che lavoravano lì. Sono situazioni preoccupanti che dimostrano quanto sia necessario un cambio di passo. L'episodio di Natale dimostra che l'agente si è dimostrato impreparato a gestire una situazione critica perché non è stato formato a farlo. Gli uomini e le donne dei nostri reparti si sentono smarriti e c'è anche tanta paura perché se succede una cosa di questo tipo come interveniamo? E se intervengo ritorno sano e salvo a casa? Si rischia la vita ogni giorno".

Il Beccaria era un carcere modello. In un passato ormai remoto. La fuga, per ragazzi giovani e agili dai 17 ai 19 anni non deve essere stata difficile. Erano nel campo di calcio, nel pomeriggio; uno sguardo d'intesa e via, approfittando del ridotto personale durante le feste e soprattutto di una parete di legno malridotta e delle impalcature di un cantiere, mentre uno dei fuggitivi addirittura ha usato un lenzuolo per calarsi all'esterno, come nei film. Don Gino Rigoldi, che ricorda ancora le rivolte degli anni '80 in cui faticosamente aveva cercato di mediare tra giovani detenuti e forze dell'ordine pronte al blitz, evitando il peggio, spera che l'evasione del giorno di Natale "dia uno scossone" al Ministero per un carcere in cui "manca un direttore da 20 anni e ci sono lavori da 16". 

Non è la prima volta che al Beccaria - dove lo scorso agosto un diciassettenne è stato violentato e pestato in modo brutale in cella da altri carcerati - avvengono fughe e non è la prima volta che si verificano rivolte, come era già avvenuto nel 2018 quando finirono in ospedale cinque ragazzi e quattro agenti. I dati dicono che su 375 posti a disposizione, ci sono 389 ragazzi detenuti e l'occupazione è superiore alla capienza in 6 istituti su 15, tra i quali Milano (dove ci sono 37 detenuti su 36 posti), Roma e Nisida, a Napoli.

Il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini  a margine dell'inaugurazione della tangenziale di Verdello, in provincia di Bergamo, spiega di voler costruire nuove carceri: "Personalmente ho firmato per i lavori in quel carcere alcune settimane fa e un grande piano di edilizia carceraria per costruire nuove carceri sarà portato da me all'attenzione di altri colleghi, perché è fondamentale mettere a posto quelle che ci sono e costruirne delle nuove" ha detto.

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