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Lunedì, 29 Aprile 2024
Fratture / Livorno

"Francesco massone usurpatore", scomunicato parroco: ma perché il Papa ha così tanti nemici?

Il livornese don Ramon Guidetti l'ha presa alla leggera, parla anzi della scomunica come di "un attestato di riconoscimento". Perché Francesco è tanto osteggiato proprio all'interno del mondo cattolico: i motivi, in breve

Scomunicato don Ramon Guidetti, sacerdote livornese di 48 anni che durante la celebrazione del 31 dicembre scorso ha attaccato in modo scomposto, confuso e delirante Papa Francesco: "Non è il Papa ma un usurpatore", "un gesuita massone legato ai poteri mondiali". Sarebbe curioso sapere quanti preti di quartiere da nord a sud abbiano convinzioni simili. Durante la celebrazione della messa Guidetti non riconosce la figura di Papa Francesco poiché "Benedetto XVI non ha mai ceduto quel famoso munus petrino", l'ufficio e il compito di guidare la Chiesa universale.

Scomunicato don Ramon Guidetti

Intanto Guidetti si dice "sereno e tranquillo". L'ormai ex parroco della chiesa di San Ranieri di Guasticce ha ricevuto il decreto tramite il quale il vescovo di Livorno lo ha ufficialmente scomunicato. "C'è uno scisma da 10 anni, sanno che c'è una massoneria che governa, sanno che costui non è il Papa. Ma tacciono", aveva detto il prete. Dichiarazioni che hanno portato la diocesi, il giorno successivo, all'atto di scomunica spiegando che don Ramon "ha pubblicamente compiuto un atto di natura scismatica, rifiutando la sottomissione al Sommo Pontefice".

Don Ramon Guidetti l'ha presa alla leggera, senza problemi, parla anzi della scomunica come di "un attestato di riconoscimento. È un bellissimo quadretto, ci farò una bella cornice e l'appenderò al muro. Sarà un qualcosa di cui mi vanterò volentieri". Contento lui, contenti tutti. Per il sacerdote la scomunica comporta non solo l'impossibilità di ricevere i sacramenti, ma anche di amministrarli. Ciò significa che il prete scomunicato non potrà celebrare messa, confessare, dare la Comunione, ecc.

Perché Papa Francesco ha così tanti nemici

Perché Francesco è tanto osteggiato proprio all'interno del mondo cattolico? L'ostilità non è mai mancata nemmeno agli altri pontefici, nei secoli passati, ma oggi è più accentuata che mai perché i mezzi per diffonderla sono più pervasivi e raggiungono più facilmente i singoli fedeli e i singoli "uomini di chiesa". 

Bergoglio ha moltissimi nemici. E non tanto tra gli atei o i fedeli di altre religioni. Quelli più oltranzisti si trovano in Vaticano e nelle curie di tutto il mondo. Sin dalla sua nomina dieci anni fa Bergoglio ha mostrato di preferire (a parole e nei fatti) uno stile modesto e umile. Lava i piedi alle donne musulmane rifugiate, dei gay dice "Chi sono io per giudicare?". Le sue parole e i suoi gesti hanno eco nel mondo intero, e tra le mura di casa Francesco ha provocato un contraccolpo enorme tra i conservatori che temono che lo stile "francescano" possa dividere la Chiesa o addirittura mandarla in frantumi.

Che Bergoglio si facesse dei nemici era nell'ordine delle cose: è infatti il primo papa non europeo ed è stato eletto come un outsider. Nessuno poteva però immaginare che i suoi avversari fossero cosi tanti. Forse perché nessuno aveva previsto che, una volta eletto, avrebbe scelto il nome del santo dell'umiltà, iniziando col dire no ai fasti del Vaticano. Non sono andate giù nemmeno le sue parole di accoglienza nei confronti dei migranti, i suoi attacchi al capitalismo e, soprattutto, la sua decisione di riesaminare gli insegnamenti della Chiesa sul sesso e sul divorzio: rompendo con la tradizione secolare, Francesco ha incoraggiato i preti cattolici a dare la comunione anche ai divorziati, ai risposati e ai conviventi. Non una rivoluzione ma un semplice (non banale) riconoscimento di quello che accade già in tutto il mondo. Quella in corso da anni è la più profonda crisi dai tempi delle riforme liberali degli anni '60 che portarono il gruppo dei conservatori più convinti, guidati dall’arcivescovo Marcel Lefebvre, a staccarsi dalla Chiesa. Furono gli anni del Concilio Vaticano II e dell’apertura di Roma al resto del mondo sotto la guida di Papa Giovanni XXIII.

Sintetizziamo ancora di più. Lo scontro riguarda la visione del ruolo della Chiesa: c'è chi pensa che debba organizzare la sua agenda a seconda delle esigenze del mondo e chi invece ritiene che il fossato invalicabile tra teoria e pratica sia proprio quello che dà un senso all'esistenza stessa della Chiesa.

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