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Domenica, 28 Aprile 2024
Il racconto

"Rinato col doppio trapianto, avevo un giorno e mezzo di vita"

Un paziente di 56 anni è stato sottoposto a un trapianto sequenziale di microbiota fecale e poi di fegato alle Molinette di Torino

Doppio trapianto di successo all'ospedale Molinette di Torino. "Avevo un giorno e mezzo di vita davanti, quindi sono passato dalla certezza di morire a essere qua a parlare", ha dichiarato il paziente sottoposto a un trapianto sequenziale di microbiota fecale e poi di fegato.

Il racconto

Ha 56 anni, è un operaio con un passato nella Marina, l'infezione intestinale lo ha aggredito dopo un intervento al ginocchio in un altro ospedale di Torino. "Ho sempre avuto problemi di policistica a reni e fegato e sono sempre stato sotto cura e sovrappeso, oltre i 100 chilogrammi - spiega - poi ho dovuto fare un intervento a un ginocchio e sembrava essere andato tutto bene, ma dopo tre settimane sono iniziati i problemi: ittero, infezioni intestinali".

Dopo quattro mesi a letto è finito in terapia intensiva alle Molinette. "Mi hanno proposto il trapianto" di microbiota e "sono sopravvissuto". "Mi hanno salvato la vita", aggiunge raccontando di essere dimagrito e di pesare circa 70 chilogrammi. Deve però rifare l'operazione al ginocchio perché la protesi si è sganciata ma racconta di essere seguito "benissimo, sono un'eccellenza". 

Romagnoli: "Doppio trapianto è risultato di due eccellenze"

Renato Romagnoli, direttore del Centro trapianto fegato di Torino dichiara che servirebbe uno studio clinico per farne una prassi ordinaria. "Il trapianto di microbiota è stato possibile grazie al lavoro del Policlinico Gemelli di Roma, perché per questo paziente sarebbe stata impossibile la somministrazione con colonscopia, troppo a rischio sepsi. L'unica via era quindi un donatore di microbiota, sano, in modo che tutto l'insieme di organismi di questa persona sana potesse sostituire quello del paziente. E il donatore è arrivato attraverso il Gemelli. Appena abbiamo visto che si abbassavano le cariche batteriche dei germi antibioticoresistenti, uno del tutto, l'altro in parte, abbiamo chiesto d'urgenza il trapianto di fegato. Ed è questo che a permettere che i germi cattivi non si riproducano più ora. Senza il trapianto di microbiota il rischio infettivo col trapianto di fegato sarebbe stato troppo elevato".

Ora bisognerebbe "farne una prassi, dal momento che grazie al Gemelli la tecnologia per preparare il microbiota sano c'è - ha concluso - può cambiare il futuro di tanti trapianti".

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