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Sabato, 27 Aprile 2024
Diritti / Savona

Il figlio di due donne iscritto all'anagrafe: "Una sfida al divieto del governo"

Il caso a Savona. Le due mamme, Roberta e Giulia, 36 e 32 anni, sono sposate da anni. Il sindaco: "Questa è una battaglia civile"

Dal 14 marzo il governo Meloni ha deciso di bloccare l'iscrizione nei registri degli uffici dell'anagrafe italiani dei figli di coppie omosessuali. Non sono mancate le polemiche. E c'è chi ha scelto di contravvenire a questa decisione come il sindaco di Savona Marco Russo, unico di un capoluogo ligure alla guida di una compagine di centrosinistra, che ha deciso di iscrivere all'anagrafe il figlio due donne. Il piccolo è nato all'ospedale San Paolo di Savona il 18 marzo e la registrazione della nascita da parte del primo cittadino è avvenuta il 28.

Il bambino avrà ufficialmente due mamme: tecnicamente infatti è registrato come figlio di una mamma biologica e di una mamma intenzionale. Nell'atto di dichiarazione di nascita del minore si legge: "Con contestuale riconoscimento di filiazione da parte di coppia omogenitoriale". Le due mamme, Roberta e Giulia, 36 e 32 anni, sono sposate da anni.

"Come sindaco, ho sentito il dovere di dare una risposta alle due cittadine che si sono rivolte a me, al nostro comune, con speranza e fiducia. È una doppia spinta quella che ho provato dentro: prima di tutto etica, da uomo delle istituzioni, che vuole garantire una tutela alle donne e al piccolo, appena nato. Ma ho sentito anche una spinta umana", ha dichiarato il sindaco Marco Russo in un'intervista a La Stampa. "Ho riflettuto molto prima di decidere - spiega -. Le due mamme mi avevano contattato e incontrato prima che il piccolo nascesse chiedendomi in anticipo la disponibilità a procedere con la registrazione, una volta che il bambino fosse nato. Una cosa è valutare le situazioni a freddo, trovarsi in un ufficio ministeriale, lontano dalla vita di ogni giorno. Altra cosa è trovarsi in frontiera, come accade ai sindaci. È stato tutto naturale: mi sono preso il tempo per riflettere sul caso dal punto di vista legislativo, del nostro ordinamento. Il resto è venuto da sé".

Ancora il primo cittadino: "Questa è una battaglia civile. Non potevo pretendere dai funzionari del Comune di assumersi una tale responsabilità. Per questo, ho rivestito in prima persona il ruolo di ufficiale di Stato civile e ho firmato l'atto. Ho poi inviato al Prefetto e al Procuratore della Repubblica una lunga lettera, in cui ho motivato, a livello normativo, la mia scelta. Oltre ai riferimenti di legge, dalla Costituzione alla Carta dei diritti dell'Unione Europea, ho sottolineato le lacune normative vigenti. Come spesso accade, il Paese è molto più avanti della norma".

"Sfido il divieto, il governo è lontano dalla realtà", ha dichiarato Russo al Secolo XIX. Il primo cittadino ligure ha così deciso di iscrivere all'anagrafe il figlio di due donne, nato nei giorni scorsi a Savona e concepito a Barcellona con la fecondazione assistita. È il primo caso in Liguria dopo lo stop alle trascrizioni stabilito dal governo. Russo ha spiegato in una lettera la sua scelta al prefetto e alla procura. Lettera che si apre così: "Il sindaco si trova in frontiera, direttamente a contatto con le persone, i loro bisogni, le loro domande, le loro speranze, le loro paure. Il nostro agire è stretto tra i volti dei cittadini e i vincoli e le lacune delle norme vigenti e dalle possibilità, spesso limitate, di cui le nostre amministrazioni dispongono: vale per la casa, il lavoro, le povertà, la disabilità. Vale anche per i diritti civili. Mi trovo di fronte a due donne, unite civilmente. Il nostro ordinamento riconosce le unioni civili quale 'specifica formazione sociale'. Il loro è un progetto comune, da tempo riconosciuto socialmente e praticato nella realtà e da qualche anno riconosciuto anche dalla legge: da esso nascono diritti e doveri di ciascuna nei confronti dell'altra".

E continua: "Come ufficiale di Stato civile devo applicare la legge. Si tratta quindi di verificare se nel nostro ordinamento vi siano gli spazi per dare una risposta alla domanda che mi è stata rivolta, in modo adeguato ai tempi e conforme ai principi ispiratori del nostro sistema giuridico. Se il bambino fosse nato all'estero, nulla osterebbe alla trascrizione dell'atto di nascita formato all'estero, come figlio di due donne. In questo contesto viene affermato il principio di tutela del diritto del minore, alla bigenitorialità e alla vita famigliare e a non essere discriminato in ragione della modalità con cui si è proceduto al suo concepimento. La Corte di Cassazione si è espressa più volte in senso contrario alla registrazione della genitorialità di due donne. Invece, la giurisprudenza di merito ha ritenuto di riconoscere la possibilità di registrare la nascita". Conclude poi Russo: "Sento il dovere di tutelare un minore e di dare risposta a due donne che hanno un progetto di vita insieme, perchè di fronte alla persistente inerzia del legislatore come sindaco sento il dovere di dare la risposta alle due cittadine che si sono rivolte, con speranza, al nostro comune. Questo atto vuole far giungere al legislatore una voce dal basso del Paese reale".
 

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