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Sabato, 27 Aprile 2024
Il processo / Roma

Gianfranco Fini e la casa di Montecarlo: chiesti 8 anni per riciclaggio

La procura di Roma ha chiesto la condanna per l'ex presidente della Camera e per le altre tre persone, i fratelli Elisabetta e Giancarlo Tulliani, e il padre Sergio. L'accusa è di riciclaggio: al centro del processo l'acquisto di una casa nel Principato di Monaco

Otto anni di reclusione. Questa la pena richiesta dai pm di Roma nei confronti dell'ex presidente della Camera Gianfranco Fini, accusato di riciclaggio nel processo con al centro la vendita della casa di Montecarlo, lasciata in eredità dalla contessa Annamaria Colleoni ad Alleanza Nazionale, che sarebbe stata acquistata, secondo l'accusa, da Giancarlo Tulliani attraverso società off-shore. Un’operazione effettuata nel 2008, per poco più di 300mila euro e che con la vendita dell'immobile nel 2015 fruttò un milione e 360mila dollari. Nell'ambito della stessa vicenda, i pm hanno chiesto la condanna a 9 anni per Elisabetta Tulliani, 10 anni per il fratello Giancarlo Tulliani e 5 anni per il padre Sergio Tulliani.  Alla scorsa udienza i giudici della quarta sezione del Tribunale di Roma avevano dichiarato la prescrizione per l’accusa di associazione a delinquere, essendo stata esclusa l’aggravante della transnazionalità. L’Avvocatura dello Stato ha invece chiesto l'assoluzione per Fini, ma si è associata alle condanne richieste dalla procura di Roma per gli altri imputati.

Durante l'udienza odierna Elisabetta Tulliani ha cercato di scagionare l'ex leader di Alleanza Nazionale: "Sento il dovere di confessare le mie responsabilità: ho nascosto a Gianfranco Fini la volontà di mio fratello di comprare la casa di Montecarlo, non ho mai detto a Fini la provenienza del denaro che ero convinta fosse di mio fratello. Il comportamento spregiudicato di mio fratello rappresenta una delle più grandi delusioni della mia vita. Spero di avere dato con questa mia dichiarazione un elemento per arrivare alla verità". Gianfranco Fini ha commentato la richiesta di condanna formulata dai pm: "Era scontato che la pubblica accusa chiedesse la condanna, continuo ad avere fiducia nella giustizia e ciò in ragione della mia completa estraneità rispetto a quanto addebitatomi". La prossima udienza è fissata per il 18 aprile quando potrebbe arrivare la sentenza.

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