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Domenica, 28 Aprile 2024
Morti bianche

In Italia il lavoro uccide: più di 4.600 morti in 4 anni

Col crollo al cantiere di Firenze le morti bianche nel 2024 salgono a 145, 181 considerando gli incidenti sulla strada del lavoro. Dal 2020 al 2023 le vittime sono state 4.622: più di tre al giorno

A Firenze dove c'era il cantiere per la realizzazione di un supermercato ora ci sono macerie e detriti, lì sotto sono rimasti intrappolati senza vita cinque uomini. L'ultimo corpo è stato recuperato da poche ore, dopo giorni di ricerche. "Morti bianche" si dice. Sono frequenti. Molto. Troppo. Solo nel 2024, parliamo di poco più di 50 giorni, i morti sul lavoro sono stati 145. Numero che sale a 181 considerando quelli scomparsi in itinere cioè sulla strada del lavoro. Parliamo di più di tre morti al giorno. Non è un fenomeno nuovo, il dato è tristemente consolidato.

L'Osservatorio sicurezza e ambiente Vega di Mestre ha analizzato l'andamento degli ultimi anni: sono 4.622 le vittime sul lavoro da gennaio 2020 a dicembre 2023. Ciò significa oltre 1.150 decessi l'anno: 1.004 in itinere e 3.618 in occasione di lavoro.  

Le regioni dove lavorare è più pericoloso

Secondo il monitoraggio sono Umbria, Basilicata e Campania le regioni più pericolose in cui lavorare. L'incidenza di mortalità rilevata nel quadriennio, infatti, posiziona le regioni in "zona rossa" per tre anni su quattro. Mentre è la Toscana a far emergere il risultato migliore con tre anni in "zona bianca", ovvero con incidenze di mortalità sul lavoro ben inferiori rispetto alla media del Paese. Seguita da Friuli-Venezia Giulia e Lazio per due anni in zona bianca.

Le regioni con la più elevata popolazione lavorativa hanno incidenze di mortalità uguali o addirittura inferiori alla media nazionale. È il caso del Lazio, ma anche della Lombardia e del Veneto, sul podio per numero di occupati, ma mai sul podio per incidenze di mortalità.

Il lunedì risulta il giorno in cui si sono verificati più infortuni mortali dal 2020 al 2023, con una media che si aggira intorno al 20% degli infortuni mortali in occasione di lavoro.Morti sul lavoro - dati Osservatorio Vega

L'identikit dei lavoratori a rischio

L'Osservatorio traccia anche l'identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d'età. Anziani e giovanissimi sono i più a rischio. Capitolo a parte quello dei lavoratori stranieri. Anche per loro si parla di incidenze di mortalità elevate rispetto a quelle dei colleghi italiani. Nell'ultimo biennio è diventato addirittura più che doppio. Nel 2023 gli stranieri registrano 65,3 morti ogni milione di occupati, contro i 31,1 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.

L'impatto del Covid

Negli anni considerati c'è stata la pandemia, che ha cambiato molto le carte in tavola. Dal 2020 e fino al 2022, complice l'inserimento tra gli infortuni sul lavoro delle malattie conseguenti al Covid, le denunce di infortunio totali sono sensibilmente aumentate: erano 554.340 nel 2020, 555.236 nel 2021 e hanno raggiunto le 697.773 nel 2022. Nel 2023 si è evidenziata un'inversione di tendenza. Le denunce sono scese, infatti, a 585.356 segnando un decremento del 16,1% con la quasi totale scomparsa degli infortuni connessi al Covid dalle statistiche. 

L'impatto del Covid si vede anche nelle statistiche relative ai settori col maggior numero di incidenti sul lavoro. La sanità è il comparto più colpito nel 2020 e nel 2022. Le attività manifatturiere nel 2021 (66.769) e nel 2023 (74.376).

Nel caso di denunce di infortunio con esito mortale, a fine 2023 sono le costruzioni a far registrare il maggior numero di infortuni mortali (150). Sono sempre le costruzioni a detenere il triste primato di morti in occasione di lavoro lungo tutto il quadriennio considerato (522 decessi), seguite dalle attività manifatturiere (459) e dai trasporti e magazzinaggio (435 vittime).  

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