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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Tornano i muri della gentilezza: cappotti "free" contro l'inverno per chi è meno fortunato

Nati nel 2015 in Iran e diffusi in diverse parti del mondo, i "walls of kindness" si sono diffusi anche in Italia, da Nord a Sud

Ci sono muri nati per dividere e muri pensati invece per dare vita a gesti di solidarietà. Sta riprendendo piede in diverse città del mondo e ora anche in Italia l'iniziativa del "wall of kindness". Già nel 2015 in Iran erano comparsi spontaneamente sui muri di alcune città cappotti e indumenti pesanti per senzatetto e per chiunque fosse in difficoltà, per combattere i rigidi inverni di quelle zone durante il momento più duro della crisi economica. Iniziative simili nel corso degli anni si sono viste in Cina, Indonesia e India. 

Il muro della gentilezza a Uppsala diventa virale

Recentemente, in prossimità del Natale, un'agenzia immobiliare di Uppsala, in Svezia, ha creato un wall of kindness all'esterno di uno dei propri uffici, in collaborazione con le autorità locali. Questo lo slogan: "Prendi un cappotto se hai freddo, lascia un cappotto se non lo usi più". A metà strada fra la solidarietà e il marketing, l'iniziativa dell'agenzia Widerlöv & Co. è diventata ben presto virale e le foto dei cappotti appesi sul muro in mezzo alla strada invasa dalla neve si sono diffuse rapidamente sui social network.

Wall of kindness: i muri solidali su Instagram

I "muri della gentilezza" anche in Italia

Anche in Italia, da Nord a Sud, stanno facendo la loro comparsa questi muri della gentilezza.

Per il secondo anno consecutivo, l'associazione Salvagente a Monza ha portato in strada cappotti e giacconi pesanti per i meno fortunati, lasciati appesi agli alberi e in stand a ridosso di esercizi commerciali. "Non ci interessa chi sei, perchè sei in strada, o perchè non puoi permetterti un cappotto… non ci interessa neppure da dove vieni. Ci interessa che questi indumenti possano donarti un sorriso, una notte meno difficile, ma soprattutto speranza", dice Mirko Damasco, anima di Salvagente Monza. 

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(Cappotti "free" per le strade di Monza grazie all'associazione Salvagente, foto MonzaToday)

A Latina, i pannelli di legno fatti installare dal Comune per impedire ai senza fissa dimora di accedere i locali dell'ex mercato coperto sono stati trasformati in muri della solidarietà dai militati del Partito Comunista e del Fronte della Gioventù Comunista, che hanno appeso diversi indumenti con cartelli scritti in più lingue: "Per coloro che ne hanno bisogno". Sul muro è poi comparso uno striscione con la scritta: "Il vostro muro di intolleranza sarà la nostra solidarietà". 

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(Il muro della solidarietà a Latina, foto LatinaToday)

A Cerrento Sannita, in provincia di Benevento, la Caritas e la diocesi locale hanno aderito all'iniziativa solidale e hanno esposto capi invernali per chi vive in strada e per chi è in difficoltà e non può permettersi un cappotto nuovo. 

L'ultima città, in ordine di tempo, ad aver creato un wall of kindness è Catania. La piattaforma di crowdfunding legata al mondo del non profit ha inaugurato il progetto solidale in Corso Sicilia, all'angolo con piazza della Repubblica, dove sono presenti numerosi attaccapanni su cui è possibile lasciare guanti, cappelli e cappotti in buone condizioni e c'è anche un apposito contenitore per le coperte. “Ci sono muri che dividono. Ci sono muri che uniscono. Questo è il nostro, oltre ogni barriera“, è lo slogan di Laboriusa, secondo cui l'inniziativa "colora le vie metropolitane, sensibilizzando i cittadini e cercando di rimodulare il concept di 'charity', riempiendolo di parole quali 'dignità', "civiltà', 'responsabilità' e 'partecipazione'.

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