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Sabato, 27 Aprile 2024
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Salvini: "Serve un tetto agli stranieri a scuola" (ma esiste già)

L'idea del vicepremier è di fissare un limite del 20% "per tutela loro e per tutela anche di tutti gli altri bambini". Nel 2010 una circolare dell'allora ministro Gelmini fissava il tetto al 30% (con alcune deroghe). Non sempre però la direttiva viene applicata

Un limite del 20% di stranieri nelle classi. Dopo le polemiche sulla scuola di Pioltello chiusa per il Radaman (vista l'alta percentuale di studenti di fede islamica), l'esponente leghista, ospite di 'Porta di Porta' lancia la sua proposta per non rallentare la didattica: "Bisogna mettere un tetto agli alunni stranieri in ogni classe, per tutela loro e per tutela anche di tutti gli altri bambini" dice il vicepremier. 

"Se hai tanti bambini che parlano lingue diverse e non parlano l'italiano è un caos" aggiunge Salvini. "Bisogna controllare la presenza di bambini. Un 20% di bambini stranieri in una classe è anche stimolante perché conosci lingue e culture. Ma quando gli italiani sono il 20% dei bambini in classe, come fa una maestra a spiegare? Altrimenti chi ha i soldi sposta il bimbo e lo manda a scuola privata, chi non ha i soldi è costretto a rallentare il proprio bambino". 

Il limite alla presenza di stranieri in classe fissato a Gelmini nel 2010

In realtà però un limite alla presenza di stranieri esiste già ed è stato fissato nel 2010 con una circolare firmata dall'allora ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini. Nel documento viene stabilito che "le iscrizioni di minori non italiani" non devono "superare il 30% degli iscritti", anche se viene prevista una deroga "con determinazione del Direttore generale dell’ufficio scolastico regionale" se ci sono alunni stranieri "già in possesso delle adeguate competenze linguistiche". Allo stesso tempo il limite può essere anche ridotto "a fronte della presenza di alunni stranieri che dimostrino all’atto dell’iscrizione una padronanza della lingua italiana ancora inadeguata a una compiuta partecipazione all’attività didattica, e comunque a fronte di particolari e documentate complessità".

Una direttiva che però non sempre gli istituti riescono ad applicare, specie nelle aree dove la percentuale di migranti è più alta. 

Il Pd all'attacco del vicepremier

Benché non sia inedita, l'idea di Salvini fa comunque discutere. E il Pd va all'attacco. "Salvini non vuole favorire i processi di integrazione, ma al contrario identificare nella presenza degli alunni migranti uno dei problemi di funzionamento della scuola"  dice Irene Manzi, responsabile nazionale scuola dei dem. "Il messaggio è identico a quello che viene veicolato ogni giorno in tema di immigrazione e quindi è utile ed è giusto limitare il numero degli alunni stranieri nelle nostre classi. Sono loro il problema. Si tratta di un messaggio esclusivamente ideologico che non tiene conto dei veri problemi della nostra scuola".

Secondo Manzi, "la scuola italiana ha dimostrato di sapere fare integrazione senza propaganda da quattro soldi. Varrebbe la pena conoscere meglio quanto già avviene in tante realtà scolastiche in giro per l'Italia con forte immigrazione e provare a mettere in campo strategie e azioni specifiche di accompagnamento e mediazione per gli studenti stranieri. Lasciamo all'autonomia della comunità scolastica e non alle uscite estemporanee del ministro dei trasporti le scelte migliori per favorire l'integrazione scolastica. Basta demagogia sulla scuola per raccattare qualche voto". 

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