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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Taxi: cosa cambia (davvero) con il nuovo decreto

Il provvedimento varato dal consiglio dei ministri conferisce ai Comuni la possibilità di aumentare le licenze del 20%, ma in via "sperimentale" e temporanea. Accolta la richiesta dei tassisti sul divieto di cumulabilità. Per migliorare il servizio si punta anche alla seconda guida

Aumentano le licenze dei taxi. Nell'ultimo decreto varato prima della pausa estiva il governo ha deciso di mettere mano al settore per provare a migliorare il servizio offerto a residenti e turisti, ma senza scontentare troppo la categoria. Il provvedimento approvato lunedì 7 agosto in consiglio dei ministri, si legge in una nota del ministero dei Trasporti, conferisce ai  Comuni "la possibilità di rilasciare, in via sperimentale, licenze aggiuntive per l’esercizio del servizio soprattutto per  fronteggiare periodi di straordinario incremento della domanda, con una durata, in ogni caso, non superiore ai dodici mesi, prorogabili per un massimo di ulteriori dodici mesi per esigenze di potenziamento del servizio". Nel testo (che non è definitivo, ma potrà essere emendato nel corso del suo iter parlamentare) viene dunque specificato che città metropolitane, capoluoghi e Comuni sede di aeroporti internazionali potranno bandire un concorso straordinario aperto a nuovi operatori, fino a un incremento del 20% rispetto alle licenze esistenti.

Taxi: cosa cambia dopo il decreto varato dal governo

In sostanza, a decidere sul da farsi saranno i Comuni che in ogni caso non potranno superare l'asticella fissata per legge. Inoltre, dettaglio non certo trascurabile, le nuove licenze avranno una durata limitata non superiore a dodici mesi, prorogabili fino a un periodo massimo di 24 mesi, e potranno essere rilasciate esclusivamente in favore dei soggetti già titolari di licenze, che possono affidarle a terzi anche a titolo oneroso o gestirle in proprio. Queste licenze saranno vincolate alla disponibilità di un veicolo elettrico o ibrido. Il governo ha però previsto incentivi ad hoc per l'acquisto di auto senza emissioni.

Alla fine, come chiedevano i sindacati di categoria, è invece saltata la norma sulla cumulabilità delle licenze definitive che i sindacati consideravano un "cavallo di troia" preoccupati che le stesse licenze venissero vendute a soggetti terzi, anche a multinazionali, finendo per abbasarne il valore. Secondo alcuni inoltre chi avrebbe accumulato più licenze avrebbe potuto in linea teoria assumere i tassisti, trasformandoli di fatto da lavoratori autonomi a dipendenti. "Modificare questa norma era la principale richiesta dei taxisti", ha ammesso il ministro per le Imprese Urso in conferenza stampa.

La doppia guida

Un'altra novità del provvedimento è che si promuove il ricorso alle turnazioni integrative e alla doppia guida, ampliandola a livello nazionale. Quest'ultima possibilità consente di far utilizzare, a fine turno, il taxi ad un altro guidatore, e in linea teorica dovrebbe portare a un potenziamento del servizio. Non si tratta di una novità assoluta perché il sistema di turnazioni integrative è già possibile in diverse città, ma ora le procedure saranno più semplici e "sarà possibile farlo con una semplice comunicazione" ha detto Urso. "Speriamo - ha aggiunto - che questo possa accelerare davvero l'utilizzo della seconda guida e consentire quindi l'aumento dell'orario dei singoli taxi".

Illustrando il decreto il ministro ha quindi spiegato che "i comuni metropolitani, capoluogo di regione e quelli che sono sedi di aeroporti possono rilasciare il 20% di licenze in più con concorsi straordinari, secondo una procedura talmente accelerata che prevede soltanto per la congruità dei prezzi il parere dell'autorità dei trasporti, che deve dare entro 15 giorni perché poi scatta il silenzio assenso". "Abbiamo normato che sia possibile rilasciare licenze temporanee, a fronte di eventi straordinari, per un anno e prorogabili per 2 anni - ha aggiunto -, con misure semplificate, con modalità che consentono l'utilizzo di questa licenza anche con affidamento a terzi". 

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