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Venerdì, 26 Aprile 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

In Italia la vita lavorativa più breve d’Europa: e gli stipendi restano bassi

I lavoratori italiani sono quelli, in tutta Europa, che trascorrono il minor numero di anni in ufficio o in fabbrica prima di andare in pensione, secondo quanto emerge da “Cronometro lavorativo” (uno studio che si occupa di quanto lavorino gli italiani rispetto agli abitanti degli altri Paesi europei predisposto da Italiani. Coop elaborando dati Istat ed Eurostat). 

Anche se non vi è un legame diretto accertato col tempo effettivamente impiegato al lavoro, i dipendenti italiani l’anno scorso hanno registrato i più bassi incrementi retributivi dal 1982, secondo quanto rileva l’Istat.

La vita lavorativa in Italia è di 30,7 anni contro una media di 35,4 in Europa. La vita lavorativa più lunga d’Europa si registra in Svezia, con una media di 41,2 anni, mentre quella italiana è la più breve. In tutta Europa, peraltro, risulta che quante più ore si lavora durante la settimana, tanto meno dura la vita lavorativa e viceversa.

Piemontesi e valdostani sono i più assidui al lavoro in settimana, con un totale di 37,5 ore nel 2015, contro le 37,4 registrate in Emilia-Romagna e Basilicata e le 37,3 di Lombardia e Molise. In generale sono gli uomini a passare più tempo la settimana al lavoro, anche se nel 2015 vi sono stati sia un calo delle ore trascorse in ufficio dai maschi che un incremento della durata della settimana lavorativa delle donne.

A trascorrere più ore della settimana al lavoro sono dirigenti (47,1 ore) ma anche anche chi si occupa di agricoltura e pesca (45,5 ore); agli antipodi vi sono le persone che svolgono professioni non qualificate (31,5 ore). La media italiana è di 37 ore di lavoro la settimana.

Nel 2016 le retribuzioni contrattuali orarie sono cresciute dello 0,6% nel 2016, il livello più basso dal 1982. A fine dicembre 2016 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardavano il 49,5% degli occupati dipendenti e corrispondevano al 47,3% del monte retributivo osservato. Complessivamente, nell'anno 2016 sono stati recepiti 13 accordi, che hanno interessato poco meno di 3 milioni di lavoratori dipendenti, con un monte retributivo pari al 21,8% del totale economia. La quota dei dipendenti in attesa di rinnovo per l'insieme dell'economia era invece pari al 50,5%.

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